Colosseo fatale

Annalena Benini

La maledizione del Colosseo continua a colpire tutti quelli che gli girano intorno con mire espansionistiche, e spesso basta avvicinarsi al Colosseo per venire presi da incantamento furbettistico e non rendersi più conto di ciò che si dice. Quelli che si accasano, sereni, a loro insaputa (il filone inaugurato da Claudio Scajola ha fatto storia ed è diventato un genere molto seguìto, ma è giusto rendere omaggio al fondatore), quelli che per risparmiare un po’ di euro fanno causa e dicono che l’immobile è deprezzato perché sorge su una zona sismica.

    La maledizione del Colosseo continua a colpire tutti quelli che gli girano intorno con mire espansionistiche, e spesso basta avvicinarsi al Colosseo per venire presi da incantamento furbettistico e non rendersi più conto di ciò che si dice. Quelli che si accasano, sereni, a loro insaputa (il filone inaugurato da Claudio Scajola ha fatto storia ed è diventato un genere molto seguìto, ma è giusto rendere omaggio al fondatore), quelli che per risparmiare un po’ di euro fanno causa e dicono che l’immobile è deprezzato perché sorge su una zona sismica e potrebbe crollare da un momento all’altro (in contrasto con l’evidente solidità del Colosseo, che regge benissimo da quasi duemila anni agli urti della storia e dei vandali). Quelli che lo vogliono restaurare e vengono bloccati, inchiestati, sospettati di volere usare i buchi del Colosseo come vetrine per le scarpe. C’è un’aria strana intorno a quelle pietre, dove niente è come sembra ma dove tutti vogliono abitare, pur disprezzandole (Scajola stesso ci torna, “ma solo a dormire”, e spera, dice, di liberarsene presto).

    Filippo Patroni Griffi, giudice e attuale ministro della Funzione pubblica, invece non dorme più la notte e non risponde al telefono alla fidanzata temendo che sia un giornalista aggressivo, cerca di convincere chiunque che il suo appartamento faceva veramente schifo, era disgustoso, diroccato, in un palazzo decrepito, invivibile e che quindi era giusto cercare di pagarlo come un garage. “Ma era cadente, con l’eternit sui tetti! Ho trovato il mio appartamento col cesso posto sul balconcino”, ha detto a Antonello Caporale che lo ha intervistato ieri sulla Repubblica (quindi la casa ha anche il balcone). La maledizione del Colosseo porta con sé la tendenza a sentirsi martiri del nuovo Millennio, gente danneggiata dal fatto che non si può sapere sempre tutto, ad esempio chi sta pagando l’appartamento con vista, e non si può nemmeno essere informati sui prezzi di mercato, o ritenere che il centro storico di Roma e il quartiere dove sorge una delle sette meraviglie del mondo, il posto che tutti i turisti corrono a visitare, il luogo dove perfino chi si veste da gladiatore riesce ad arrivare a fine mese, siano caratteristiche sufficienti per considerare il Colosseo una zona di pregio.

    Da Milano, infatti, Maurizio Crozza ha chiesto: “Ma fa davvero così cagare questo Colosseo?”. Perché se basta arrivare, salutare il Colosseo, vedere una casa, dire: diomio che orrore, perché qualcuno la regali o la deprezzi, forse ci si chiederà perché si deve stare in affitto a Grottaferrata. Oppure, in alternativa, si potrebbe rinunciare per sempre al Colosseo (e dormire sereni la notte, senza timori di ingiuste persecuzioni): è un quartiere diroccato, rumoroso, ci sono i cessi sul balcone, dalla finestra si vedono questi buchi sopravvalutati, questa continua fiumana di gente, è una famosa zona di terremoti, pericolosa, la notte si balla, si beve, ci si bacia, poi arrivano i giornalisti con la bava alla bocca, oppure i restauratori e gridano: che c’entra Diego Della Valle (Diego Della Valle si è scocciato ma forse non straccerà il contratto per la sponsorizzazione del restauro). Perché, allora, non andare tutti in un posto più modesto, ordinato, senza spifferi, lontano dalla maledizione del Colosseo, ad esempio a piazza di Spagna, e chiedere che venga deprezzata per eccesso di scale?

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.