Eva, Faruk e lo spaesamento di un militante dinanzi ai manifesti del Pd

Stefano Di Michele

Cose che danno da pensare. “Conosci Eva?”. Uno fosse Adamo o Diabolik probabilmente sì, ma così, su due piedi… Bisogna immaginare un povero militante del Pd – uno che, politicamente parlando, come si dice, da un bel po’ canta e porta la croce. Però, non demorde. E quasi quasi questa tesserina al partito, crepi l’avarizia e la disillusione, per il nuovo anno vorrebbe farla – che magari, nel sostegno al governo Monti-Passera, si transita dall’esaltazione dell’Unità d’Italia sulla tessera del 2011 a quella dell’Intesa della stessa sulla tessera del 2012.

    Cose che danno da pensare. “Conosci Eva?”. Uno fosse Adamo o Diabolik probabilmente sì, ma così, su due piedi… Bisogna immaginare un povero militante del Pd – uno che, politicamente parlando, come si dice, da un bel po’ canta e porta la croce. Però, non demorde. E quasi quasi questa tesserina al partito, crepi l’avarizia e la disillusione, per il nuovo anno vorrebbe farla – che magari, nel sostegno al governo Monti-Passera, si transita dall’esaltazione dell’Unità d’Italia sulla tessera del 2011 a quella dell’Intesa della stessa sulla tessera del 2012. L’elettore democratico è di facile contentamento: ha visto la foto di Vasto, ha sentito parlare del misterioso tunnel, ama Bersani e pure Crozza – trova saggio il primo e saggio il secondo. Ha ancora nella testa, inculcati dai democratici genitori, i versi di Gianni Rodari: “Bambini, imparate a fare le cose difficili…”, verso che si ripete, a personale incoraggiamento, quando vede Fioroni o ascolta, in un tutt’uno di ribollire di bile e di risalire di ribollita, il sindaco Renzi. E cose difficili appunto fa, legge Repubblica e si spiscia di risate con la Dandini. Ma una cosa così difficile, tanto cavillosa – a metà tra Settimana enigmistica e documento del Crs – non si era mai vista.

    “Non c’è chi non veda…”, attaccavano così una volta, nell’era del memorabile Ufficio Stampa e Propaganda, sesto piano di Botteghe Oscure, i loro discorsi parecchi dei gran capi comunisti – adesso non c’è chi non veda, ma certo c’è chi non capisce. Tutta quella teoria di manifesti colorati – conosci Faruk o Fabrizio o Ezia, e perché mai, mi sono parenti a me? I compagni ne discutono anche in  sezione. I più allertati hanno una strana sensazione: sarà mica qualche cazzata nostra? I più fiduciosi si rimettono al buon senso: ma no, tranquilli, staranno solo cercando concorrenti per il “Grande Fratello”. Poi, siccome ogni giorno ha la sua pena, e se sei democratico la pena raddoppia, come quando ti dice proprio sfiga al gioco dell’oca e riparti da capo, il mistero si è chiarito: è proprio  roba nostra, compagni! E’ la campagna per il tesseramento: e Faruk ed Eva (non Kant) e tutti gli altri son democratici nostri pari, anzi di ancor più eccellente caratura. Così sono stati convocati presso la direzione del partito e portati sul terrazzo panoramico, al vento e al gelo, per farsi fotografare con Bersani. Il compagno segretario  batteva i denti per il freddo, la sommità tricologicamente sguarnita, i compagni militanti si riparavano alla meno peggio con le copie dell’Unità. Una foto, due foto, cento foto – quelle che adesso stanno prendendo il posto della criptica domanda. Conosci Faruk? Ah, no? Eccolo! “Ti presento i miei”, il tema della campagna – evocativa, dopo Marilyn (la militante con la gonna al vento della festa dell’Unità), del film con De Niro.

    “La campagna è stata ideata da due giovani stagisti del partito – raccontano al Pd – volevamo rendere protagonisti i nostri militanti, le loro facce, i loro sogni, le loro passioni. Tutte cose vere”. Certo che sì: solo che debuttare, per esempio, con una militante appassionata della “Tosca” – splendida opera, ma dove tutti fanno una brutta fine: uno  pugnalato, un altro fucilato, la terza giù da Castel Sant’Angelo, insomma, si poteva procedere meglio: il Cav., di suo, sarebbe andato più sul “Cavallino bianco” o sul “Paese dei campanelli”, tanto per non partire con un’ecatombe. Ma almeno, dopo l’inquietante domanda su ogni muro d’Italia: conosci…, e tutti a rimuginare: Carlo, Carlo, Carlo… mi pare, non è il marito della signora del terzo piano?, adesso ci sono le facce e uno si regola meglio. Ma al Pd insistono, e si sta studiando l’ipotesi la possibilità di un documentario, da girare in tutt’Italia, con le tante storie dei militanti. “Facciamo vedere che non ci sono solo gli Scilipoti” – che se lo facciano vedere intanto è un passo avanti: conoscete Mimmo?, così che nessuno (sito del Pd) dei “mobilitanti” – ci siam fatti gaddiani, da comunisti che eravamo? – possa, dionescampi, confonderlo con il nostro Faruk.