Il borsino dei leader / 1

La vera partita di Alfano

Claudio Cerasa

Proviamo a tirare giù un piccolo borsino. E proviamo a capire brevemente cosa passa per la testa dei leader dei partiti italiani. Andiamo in ordine alfabetico e cominciamo con Alfano.

L’idea di Angelino Alfano per arrivare in palla alle elezioni del 2013 è quella di fare di tutto per riproporre sulla scacchiera della politica lo stesso schema con cui si presentò per la prima volta alle elezioni la vecchia casa della libertà: Lega+Pdl+Udc. Al momento, in realtà, il progetto non sembra essere di facile risoluzione

    Eppure qualcosa si muove. Eppure sotto il mantello della sobrietà i leader dei principali partiti presenti nel panorama politico nazionale stanno già facendo i loro conti e si stanno muovendo per non farsi trovare impreparati in vista delle prossime elezioni. Tutti: da Casini a Fini, da Bersani ad Alfano, da Di Pietro a Vendola, da Bossi a Maroni. I tempi del governo Monti (tempi che hanno tutta l’aria di essere ancora dilatati) suggeriscono a tutti i leader di partito di non forzare la mano, di tenere tutto ancora per un po’ sotto naftalina e di sfruttare la safety car dell'Esecutivo per fare ordine nei propri partiti e arrivare alle elezioni del 2013 nelle migliori condizioni possibili. Qualcuno si sta muovendo effettivamente bene. Qualcun altro si sta muovendo invece con passo molto più stentato. Proviamo a tirare giù un piccolo borsino. E proviamo a capire brevemente cosa passa per la testa dei leader dei partiti italiani. Andiamo in ordine alfabetico e cominciamo con Alfano.

    L’idea di Angelino Alfano per arrivare in palla alle elezioni del 2013 è quella di fare di tutto per riproporre sulla scacchiera della politica lo stesso schema con cui si presentò per la prima volta alle elezioni la vecchia casa della libertà: Lega+Pdl+Udc. Al momento, in realtà, il progetto non sembra essere di facile risoluzione: le alleanze con la Lega e con l’Udc hanno tutta l’aria di essere una alternativa all’altra (o alleati con Udc oppure alleati con la Lega) e se nel corso dei mesi Roberto Maroni dovesse riuscire (tra un congresso e un altro) a conquistare a poco a poco la guida (di fatto) della Lega non è affatto da escludere che il Carroccio decida di seguire per le prossime politiche lo stesso schema che verrà adottato da Tosi in primavera alle amministrative (Lega da sola senza Pdl). Una storia diversa è invece quella che riguarda il rapporto tra il Pdl e l’Udc.

    Alfano e Casini (entrambi ex democristiani, we know) da tempo si muovono senza nascondere tra di loro una certa sintonia, e l’appoggio compatto offerto da entrambi al governo Monti (appoggio molto più deciso di quello offerto da Bersani) lascia intendere che i due partiti, su un numero sempre maggiori di temi, si muovono già come fossero parte di una microcoalizione, e come se stessero dando vita a quella convergenza programmatica già perfettamente visibile da tempo a livello europeo (e non va mai dimenticato che al parlamento europeo Pdl e Udc si trovano all’interno dello stesso gruppo parlamentare: il Ppe). Per capire lo stato dell’arte dell’alleanza potenziale tra Udc e Pdl sarà interessante studiare anche quello che accadrà alle prossime amministrative. Per esempio in Sicilia, dove Pdl e Udc potrebbero presentare un candidato comune (il rettore Laganà). In tutto questo, però, Alfano ha avuto finora grosse difficoltà nel dimostrare di essere un leader con le spalle larghe e anche per questo non è difficile immaginare che Casini potrebbe accettare di non correre da solo con il Terzo polo solo a condizione che il Pdl gli garantisca qualcosa di concreto (Palazzo Chigi, magari; oppure il Quirinale, chissà). Tra le tante ipotesi contemplate da Alfano, naturalmente, c’è anche quella, in caso di corsa solitaria della Lega, di scegliere di aprire la competizione per il 2013 a tutte le forze moderate italiane, scegliendo il candidato premier del centrodestra con una bella sessione di primarie (alle quali, per dire, uno come Formigoni si candiderebbe sicuramente).

    Il fatto che Alfano sia un grande sostenitore delle primarie è dimostrato anche non solo da alcune recenti dichiarazioni fatte dal segretario del Pdl (che in più occasioni ha detto esplicitamente di essere favorevole ai gazebo per la scelta delle cariche monocratiche come quella di governatore, di sindaco e di presidente della provincia) ma anche dalla volontà di sperimentare in alcune realtà comunali la macchina delle primarie prima delle prossime amministrative (un piccolo caso da seguire saranno le primarie convocate dal Pdl il 29 gennaio a Frosinone, e se non ci ricordiamo male sono le prime primarie ufficiali celebrate dal Pdl). Quanto al rapporto con la Lega, tutto dipende da quanto le minacce di Bossi siano reali oppure no e tutto dipende da quanto e come la Lega continuerà a dare il suo appoggio ai governatori pidiellini (domenica Bossi ha minacciato di far cadere il governatore Formigoni qualora il Pdl dovesse continuare ad appoggiare il governo Monti, ma ultimamente le minacce di Bossi, per fortuna del Pdl, hanno spesso il difetto di sgonfiarsi un po’ per strada). Ecco. Questo è più o meno quello che bolle nella testa del segretario del Pdl. E anche se è ancora troppo presto per fare previsioni esatte, le strade per Alfano, al momento, di sicuro sono queste tre: nuova Cdl (Lega+Udc+Pdl), patto con i moderati (Pdl+Udc+Chi-ci-sta-dei-centristi) oppure (ma molto difficile, quasi impossibile) patto con la sola Lega. Questo è quanto. A meno che, poi, il Pdl, dopo l’esperienza del governo Monti, non si ritrovi improvvisamente ad avere a che fare con un nuovo Papa straniero.

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.