La verità della verità

Spartaco al Grande Fratello

Giulia Pompili

Alla fine il rugbista ha mandato in tilt il Grande Fratello. Durante la diretta di ieri sera Rudolf Mernone, ventitreenne romano che è di casa allo stadio Flaminio come a Ponte Milvio, ha fatto andare su tutte le furie Alessia Marcuzzi, da sette edizioni alla conduzione del format di Endemol. A scatenare l’empasse c’è il dubbio insinuato dal giovane concorrente.

    Alla fine il rugbista ha mandato in tilt il Grande Fratello. Durante la diretta di ieri sera Rudolf Mernone, ventitreenne romano che è di casa allo stadio Flaminio come a Ponte Milvio, ha fatto andare su tutte le furie Alessia Marcuzzi, da sette edizioni alla conduzione del format di Endemol. A scatenare l’empasse c’è il dubbio insinuato dal giovane concorrente. A tratti inconsciamente, a tratti nella forma dell’insulto nei confronti degli autori e degli operatori – deprecabili sindacalmente, ma sono proprio gli insulti gli unici lampi di verità dell’intera trasmissione che sembra aver perso la sua verve realistica ormai da molto tempo.

    E’ successo che il giovane Rudolf si è insospettito per non aver mai ricevuto una lettera da parte della sua devota fidanzata. E’ successo che la fidanzata in questione ha fatto scrivere dal suo avvocato, tempo fa, chiedendo di non essere più legata dalla produzione al nome del rugbista, salvo poi cambiare idea e scrivergli una lettera. Il giovanotto, che è giovanotto ma non scemo, durante la diretta non ha riconosciuto l’amata in quelle parole vergate su carta. E più leggeva frasi come “dovrai spiegarmi delle cose, una volta spenti i riflettori” e “hai scelto di entrare nella casa senza coinvolgermi”, più sentiva il rigurgito di verità montargli fino alla bocca.

    E’ bastato un attimo, è bastato che la Marcuzzi lo dipingesse come un frignone, sempre a chiedere di voler uscire durante la settimana, sempre a chiedere di questa benedetta fidanzata, perché venisse tutto fuori. Marcuzzi: “Nessuno ti costringe qui, vai pure”. Rudolf: “Ne ho parlato con gli autori e con il vostro avvocato, dice che se me ne vado di mia spontanea volontà devo pagare un mare di penali”. E poi: “A me quei du’ spicci me servono”. Rudolf non si tiene più, e si scaglia contro quelli che nella cabina di regia montano i filmati della settimana ad hoc per inventare di sana pianta il Rudolf con l’addominale scolpito ma soprattutto fedifrago. Quelli che dentro il confessionale, figura mitologica nata con il Grande Fratello stesso, gli chiedono sempre di Ilenia, altra abitante della casa labbra-a-canotto dotata. Rudolf non è bullo come non era bullo Pietro Taricone. Ha lanciato la sfida agli autori, e ha vinto. Ha ottenuto di poter uscire senza penali, e ha messo in discussione definitivamente il già traballante Grande Fratello, i cui ascolti vanno a picco se non fosse per quelle continue limonate che inibirebbero pure 'o guerriero.

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.