Arriva il blocca-Italia
Tir, taxi, forconi e carovita. L'incubo della rivolta totale
I Tir in sciopero per il caro-gasolio si affollano davanti a caselli non più solo siciliani, i blocchi intermittenti minacciano di durare fino a venerdì, il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, tra “dialogo” e “fermezza”, osserva con allarme “un disagio che può degenerare”, i sindacati degli autotrasportatori si spaccano.
Guarda la puntata di "Qui Radio Londra" I tir, la benzina e la nuova tassa sul macinato - Leggi Se la benzina italiana è più cara, lo zampino statale c’entra eccome di Carlo Stagnaro
Un autotrasportatore che stava manifestando sulla strada statale 10, ad Asti, è stato investito mortalmente questa mattina da un tir tedesco guidato da una donna. L'incidente si è verificato intorno all 5,15 di questa mattina.
I Tir in sciopero per il caro-gasolio si affollano davanti a caselli non più solo siciliani, i blocchi intermittenti minacciano di durare fino a venerdì, il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, tra “dialogo” e “fermezza”, osserva con allarme “un disagio che può degenerare”, i sindacati degli autotrasportatori si spaccano. Ma è sul Web che le paure da scaffale vuoto e malcontento che dilaga senza testa e senza nome prendono corpo: c’è, nei forum, il paragone con il Cile degli scioperi pre Pinochet; c’è, nei blog, l’angoscia per le parole di uno dei leader dei “forconi” siciliani, Martino Morsello, che sogna la secessione, la “moneta popolare” e una nuova “primavera araba”. Ci sono le arringhe di Beppe Grillo che soffia su un movimento “antigaribaldino” che rifà l’Italia da sud a nord. C’è, su Twitter, chi teme un nuovo preludio di “fascismo” e chi guarda con inquietudine all’engagement para-forconista dell’ex generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo: presidio sulla Pontina con camion e trattori in nome di Dignità sociale, organizzazione che annuncia sit-in “contro i rincari”, “per i cittadini” e “contro gli sprechi” (ce l’ha anche con Renata Polverini).
Evoca fantasmi, la protesta ormai nazionale degli autotrasportatori (sovrapposti ai forconi per alcuni giorni in Sicilia, e però non sono proprio la stessa cosa, e anzi i forconi, in Sicilia, si sono di fatto staccati dal movimento Forza d’urto, e Forza d’urto, oggi in presidio con i pescatori a Catania, non si sente del tutto rappresentata dagli autotrasportatori). Alla fine si dividono, i forconi, in fan di Martino Morsello e in detrattori di Martino Morsello (c’è chi lo vede troppo vicino a Forza nuova), e in fan e detrattori dell’altro leader Mariano Ferro, ex allevatore di cavalli che vuole più rapidamente esportare la protesta a Roma, dove mercoledì il governatore Raffaele Lombardo incontrerà Mario Monti.
Attrae studenti e precari a Napoli, Palermo e Torino, lo sciopero dei Tir assiepati a “singhiozzo” (facciamo passare le automobili, blocchiamo i camion per venti minuti, poi alleggeriamo, poi riblocchiamo, spiegavano ieri al casello di Bergamo). Ondeggiano bandiere del “Che” accanto ai tricolori nelle mani dei cittadini solidali a Napoli (ma in Sicilia si temono derive destrorse). Si levano, accanto ai tir, a Torino, grida di lavoratori anti Fornero (intanto il sindaco Piero Fassino si dichiara disponibile all’“ascolto” degli autotrasportatori, linea comune, ieri, a Pd, Pdl e Idv).
Solleva déjà-vu, la rivolta autostradale, con quel suo ricasco di “pane che tra due-tre giorni forse a Napoli non ci sarà” (parola ufficiale dei panificatori locali), e con quell’insistenza su un termine desueto: “carovita”. Lo usano i rappresentanti sindacali che parlano del gasolio come dei pedaggi autostradali come dell’Irpef come delle assicurazioni come della concorrenza dei camionisti stranieri sottopagati. Lo usano i tassisti inferociti a Milano, a Bologna, a Genova e a Roma, dove il Circo Massimo occupato a oltranza vede liti tra fratelli – tassista semplice contro sindacalista – e metamorfosi da falchi a colombe e di nuovo a falchi (il leader Uritaxi Loreno Bittarelli, possibilista fino a venerdì, ieri era per la “lotta fino alla morte” mentre i colleghi discutevano di “sciogliere i turni”).
Viminale tra dialogo e fermezza
Non si sa se la rivolta dei Tir si salderà a un sottostante disagio generico (in Sicilia è stato così: tre notti e due giorni di falò con madri indignate, nobili decaduti con vezzi da Masaniello e giovani disoccupati pronti a sposare le parole d’ordine di agricoltori, camionisti e pescatori). Non si sa se il leader siciliano degli autotrasportatori Aias, Giuseppe Richichi, ieri ospite annunciato nel salotto tv di Gad Lerner, modulerà anche in altre regioni il suo refrain “non possiamo fermarci, stavolta”. Non si sa che cosa potrà produrre la prossima serrata dei benzinai (sette giorni). Fatto sta che ieri, a Napoli, i Tir provenienti dal blocco in Sicilia – quelli che volevano riprendere il cammino – si sono visti sbarrare la strada dai Tir oltranzisti, con tanto di taglio di gomme. Situazioni, queste, che il Viminale sta monitorando con due tavoli, su ordine pubblico e viabilità (oggi il ministro riferisce in Senato sui blocchi in Sicilia). Intanto il Garante per gli scioperi parla di precettazione, i prefetti annunciano multe, la Confindustria invita a rimuovere i blocchi, la Fiat si ferma a Melfi, Mirafiori, Pomigliano e Cassino (sciopero dei Tir, mancano i pezzi).
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