Gogna on line
E’ giusta la gogna mediatica per gli evasori fiscali? E’ opportuno scatenare la rabbia di certi corpulenti vicini di casa contro chi guida tre Suv contemporaneamente, schizzando i passanti di fango, si dichiara nullatenente e fa costruire sul tetto del condominio la pista per l’elicottero? Pubblicando on line la prima lista di grandi evasori fiscali (per ora solo quattromilacinquecento persone, per circa quindici miliardi di euro), la Grecia conta di stimolare altri furbastri all’autodenuncia.
E’ giusta la gogna mediatica per gli evasori fiscali? E’ opportuno scatenare la rabbia di certi corpulenti vicini di casa contro chi guida tre Suv contemporaneamente, schizzando i passanti di fango, si dichiara nullatenente e fa costruire sul tetto del condominio la pista per l’elicottero? Pubblicando on line la prima lista di grandi evasori fiscali (per ora solo quattromilacinquecento persone, per circa quindici miliardi di euro), la Grecia conta di stimolare altri furbastri all’autodenuncia e incassare qualcosa, ad esempio dal famoso cantante popolare di buzuki, paragonabile a un nostro suonatore di mandolino, che dalla classifica della vergogna risulta essere un grande evasore. Ci sono poi banchieri, commercialisti, aziende già scomparse, gente dispersa, finti barboni che dichiarano zero, oppure giurano di non esistere, e incassano centocinquanta milioni di euro l’anno. E’ ingiusta la lista della vergogna? Anche partendo dalla certezza che ogni gogna è odiosa, non si resisterà all’istinto di sbirciare quell’elenco, con la morbosa speranza di trovarci dentro l’architetto con la Porsche che paga trenta euro di retta all’asilo pubblico dei figli ed è passato davanti a tutti perché dichiara di essere economicamente svantaggiato. Lui lo sa, di pesare sulle nostre spalle a nostra insaputa, e forse gode. Noi allora godiamo se lo beccano.
E’ la nuova frontiera della lotta sociale, è la moda mai stanca delle classifiche applicata non ai film, alle canzoni, alle gambe più belle del 2011, ma a coloro che hanno contribuito al fallimento di un paese e se la ridono e si sentono molto furbi (se la ridevano, a questo punto, anche se la lista greca è già vecchia, contiene persone decedute, ma serve a scatenare rabbia e a spaventare quelli che sanno di meritare la menzione nei nuovi elenchi). Forse è l’unica classifica per la quale gli avari megalomani sarebbero disposti a scucire qualche euro pur di venire cancellati. Quando qualche anno fa in Italia furono pubblicate le dichiarazioni dei redditi online, i più fecero finta di nulla, ma ci furono anche episodi di isteria collettiva, divisi in filoni. Quelli che gridavano: c’è un refuso!, manca uno zero alla fine, non sono un evasore. Oppure: sembro ricco, ma è una finzione fiscale, e poi era l’anno scorso, adesso ho avuto un tracollo (per non pagare cene al ristorante, per non farsi chiedere prestiti dai parenti) e quelli che, invece, vergognandosi di una cifra ufficiale non adeguata alle proprie chiacchiere, strizzavano l’occhio: non guadagno così poco eh, evado molto. Quest’ultimo genere di fanfarone potrebbe scomparire, lasciando il posto al desiderio di gogna on line. Che si nutre di sospetto, rancore, invidia perfino, ma anche di sana denigrazione verso chi non può continuare a spassarsela alle nostre spalle.
Gli evasori non fanno più sorridere. Mitt Romney, candidato repubblicano alla primarie americane, multimilionario, ha dovuto consegnare, riluttante, la propria dichiarazione dei redditi (centinaia di pagine), e sperare che l’onda anti evasione faccia una distinzione morale tra chi froda il fisco e chi trova il modo di pagare meno senza, si spera, violare la legge. Certo che, con ventun milioni di dollari guadagnati in un anno, tre e qualcosa in beneficenza non sono il massimo della generosità, per un mormone che vuole governare gli Stati Uniti. Si potrebbe pensare a una gogna on line anche per i taccagni.
Il Foglio sportivo - in corpore sano