Bambini chic

Annalena Benini

Non c’è nulla di più frustrante, nel sospettoso mondo dei genitori, della constatazione che i bambini altrui si comportano meglio dei propri. Non si buttano per terra in preda alle convulsioni se la risposta è “no”, aspettano che la madre abbia finito una conversazione fra adulti prima di pretendere attenzioni, non vivono di sacchetti di patatine con dentro la sorpresa a ogni ora del giorno.

    Non c’è nulla di più frustrante, nel sospettoso mondo dei genitori, della constatazione che i bambini altrui si comportano meglio dei propri. Non si buttano per terra in preda alle convulsioni se la risposta è “no”, aspettano che la madre abbia finito una conversazione fra adulti prima di pretendere attenzioni, non vivono di sacchetti di patatine con dentro la sorpresa a ogni ora del giorno. Pamela Druckerman, newyorchese, autrice di “I bambini francesi non lanciano il cibo”, appena pubblicato in Inghilterra, non amava Parigi. Ma quando si accorse, vivendoci e partorendoci, che i bambini francesi stanno tranquillamente seduti al ristorante in attesa del cibo, non scagliano i tovaglioli e il pane per terra costringendo a enormi mance riparatorie e non hanno bisogno di un apposito menu, perché mangiano insalate di pomodori e avocado (con le foglie di basilico, è sconvolgente ma è così) e riso cucinato in complicate salse provenzali (mentre i genitori parlano fra di loro, è ancora più sconvolgente ed è così), quando vide che le madri francesi non urlano, non hanno i vestiti sporchi di vomito, non vogliono parlare solo di figli e se ne stanno sedute al parco a chiacchierare invece di rincorrere i bambini sulle altalene e commentare a voce alta ogni loro scemenza, provò un senso di smarrimento.

    La prima reazione femminile di fronte alla superiorità di un’altra madre (ma qui si parla sempre, in modo politicamente corretto, di genitori) è molto equilibrata, per nulla diffamatoria: quella li droga, i suoi figli. Però poi bisogna ammettere che i bambini non sono drogati, né infelici, anzi sono piuttosto allegri e svegli.

    E quelle madri sono magre, coi tacchi, sexy, ragionevolmente rilassate (anche grazie agli antidepressivi, ma questa è un’altra storia). Significa che un altro mondo è possibile? E non è solo merito, scrive Pamela Druckerman, di una meravigliosa assistenza statale all’infanzia, con le lunghe vacanze, le detrazioni fiscali per i figli e gli incentivi per farne altri, l’assistenza sanitaria perfetta. E’ qualcosa che riguarda l’atmosfera diversa, rilassata, “in continua oscillazione fra un’estrema rigidità e un permissivismo scioccante”. I genitori londinesi, se vanno in visita da qualcuno, si buttano per terra con i bambini a fare le costruzioni e a sedare risse. I genitori francesi, secondo Pamela Druckeman in estasi, prendono il caffè mentre i bambini giocano felicemente da soli.

    Naturalmente i bambini dormono tutta la notte a partire dai due o tre mesi (mentre le madri, a cui lo stato paga la ginnastica vaginale post parto, stanno languidamente sdraiate a bere champagne), fanno merenda solo agli orari stabiliti, leggono molti libri e sanno che gli adulti, da una certa ora in poi, non vanno disturbati. Le francesi non ingrassano, non sono astemie, non sbagliano un vestito e sono madri meravigliose, mai ossessive, di bambini fantastici. Poi questi bambini crescono e diventano Dominique Strauss-Kahn (l’unica squallida malignità che ho trovato per gettare fango sull’idillio genitoriale francese).

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.