Tagliare la testa al Cavaliere
Fred Goodwin era il cavaliere nero della finanza britannica, lo chiamavano “Fred the Shred” perché era un tagliatore di costi senza pietà, poi era diventato il capo della Royal Bank of Scotland, l'aveva resa grande, ed era ancora lì quando è scoppiata la crisi (a proposito, segnatevelo che era di una banca scozzese, ne risentiremo parlare quando la Scozia metterà in pratica i suoi sogni di secessione).
Fred Goodwin era il cavaliere nero della finanza britannica, lo chiamavano “Fred the Shred” perché era un tagliatore di costi senza pietà, poi era diventato il capo della Royal Bank of Scotland, l'aveva resa grande, ed era ancora lì quando è scoppiata la crisi (a proposito, segnatevelo che era di una banca scozzese, ne risentiremo parlare quando la Scozia metterà in pratica i suoi sogni di secessione), la sua Mercedes fu presa a sassate, lui compariva in tutti gli articoli sui manager irresponsabili dagli stipendi d'oro, venne fuori anche una storia d'amore con una dipendente della RBS, si dimise e rinunciò a buona parte della sua pensione. Ora una commissione del governo britannico ha deciso di togliergli l'onorificenza da cavaliere, conferita dalla Regina nel 2004 (è stata lei ufficialmente ieri a revocarla), perché la sua irresponsabilità ingorda ha costituito uno delle basi per lo choc finanziario della City. Ma la mossa populista non si sta rivelando popolare. Alastair Darling, ex cancelliere dello Scacchiere laburista, ha scritto sul Times (a pagamento) che una politica non di principi ma di colpi personali non può avere successo – assieme a Goodwin ce n'erano di manager avidi, perché solo lui?
Il Times con un editoriale rincara la dose (sempre a pagamento, è la logica murdocchiana) e dice che prima di tutto non bisognava conferire l'onorificenza a Goodwin, che ha fatto operazioni disastrose, ma che toglierla è sin peggio, anche perché è la prima volta che capita per incompenteza commerciale (è stata tolta a Ceausescu e a Mugabe, tanto per fare due esempi). C'è di più, c'è che gli inglesi non sono vendicativi, e che invece lo stanno diventando in modo sinistro ( “There is something else. This country is at its best when it is optimistic, generous and forgiving. It is a much better place when it is nurturing hope than when it is nursing a grievance. Yet the last few days have seen our country become vindictive, and this is unpleasant to see”). E' che c'è un'isteria “anti greed” che i politici vogliono populisticamente cavalcare, dimenticando l'umiliazione pubblica dei cattivi non fa da balsamo al senso di ingiustizia degli elettori. Il Telegraph cinico dice: chi sarà il prossimo da umiliare davanti a tutti?
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