Per una volta il partito dei magistrati le ha prese dalla politica. Durerà?
Per una volta ha vinto la politica. Per una volta al tempo dell’union sacrée i deputati hanno fatto di testa loro: contro l’indicazione dello stesso governo, il Pdl, parte del Pd e dell’Udc hanno approvato un emendamento della Lega in cui si riafferma che i magistrati dovranno rispondere dei loro errori. Si riafferma appunto: perché il principio è noto e affermato da tempo.
Per una volta ha vinto la politica. Per una volta al tempo dell’union sacrée i deputati hanno fatto di testa loro: contro l’indicazione dello stesso governo, il Pdl, parte del Pd e dell’Udc hanno approvato un emendamento della Lega in cui si riafferma che i magistrati dovranno rispondere dei loro errori. Si riafferma appunto: perché il principio è noto e affermato da tempo. Sarebbe stato normale rallegrarsi. Invece è successo l’ambaradan. I magistrati reagiscono duramente, il segretario dell’Anm parla di insopportabile vendetta. Di Pietro, onnipresente quando si tocca la sua ex corporazione, accusa una presunta lobby di portare colpi sotto la cintura a pochi giorni dal ventesimo anniversario dell’arresto del “mariuolo del Pio Trivulzio” che dette il via alla palingenesi della patria nota come Mani pulite.
Gli specialisti d’intimo dicono che il regista è il solito Silvio Berlusconi che ha voluto parlare a nuora perché suocera, i giudici di Milano, intendesse. Il governo fa la faccia dei giorni mesti e dà appuntamento al Senato: il ministro della Giustizia Paola Severino si augura che l’emendamento in questione possa essere bocciato o quanto meno annacquato proprio nell’aula in cui Pdl e Lega sono più forti. Con l’aria che tira nessuno vuole davvero una prova di forza con i magistrati e meno che mai mettere a repentaglio il governo. Si parla dunque di vittoria effimera, di strumentale ballon d’essai.
Delle due l’una: o siamo di fronte a una triviale ammuina oppure qualcosa non torna. Sono passati venticinque anni da quando ventuno milioni di italiani votarono sì al referendum indetto dai Radicali e mandarono un segnale forte su come considerassero l’impunità dei magistrati, prima ancora che un’offesa al diritto, un insulto al buon senso. I grandi partiti di allora, la Dc e il Pci, fecero di tutto per stravolgerne l’esito. Così i magistrati che hanno erroneamente interpretato i fatti, che si sono accaniti sulle persone sbagliate addirittura per una banale ragione di omonimia, come fu nel caso di Enzo Tortora, o hanno deliberatamente ignorato riscontri favorevoli all’imputato tenendolo ingiustamente in detenzione, non hanno mai pagato.
Sfilano di fronte alla sezione disciplinare del Csm, l’organo di autogoverno dove sì e no dieci su cento ricevono qualche reprimenda o vengono rimossi con la classica promozione: insomma al Palazzo dei Marescialli una mano lava l’altra ed entrambe lavano il viso. I magistrati sanno che l’impunibilità è un privilegio mal visto da una larga maggioranza di italiani, che coloro che hanno il compito di indagare, di rappresentare l’accusa, a qualcuno dovranno pur rispondere, all’esecutivo o al popolo. Perché in uno stato di diritto non basta trarre legittimità dall’aver vinto un concorso statale per disporre impunemente della libertà del cittadino: l’errore può capitare anche in buona fede ma dell’errore non si può non rispondere.
Lo sanno, visto che da anni ripetono come un mantra che si sono assicurati presso opportune compagnie: ma che senso ha pagare premi a vuoto se mai e poi mai ne abbiamo visto uno chiamato a rispondere dei suoi atti? Cos’è un regalo alle compagnie?
Evidentemente sperano solo che le cose continuino così. Persino una riaffermazione “trasversale” del principio li disturba. In realtà il partito dei magistrati ha paura di una politica che non si limiti a essere sorda, a sopire. Ha contribuito in modo decisivo alla fine del governo Berlusconi, accerchiandolo, lavorandolo ai fianchi fino allo sfinimento, lavorando alla disgregazione della sua maggioranza . E’ a questo titolo azionista del governo Monti: che però non è riuscito a tenerlo al riparo dalla presunta vendetta. Se continua così i magistrati dovranno ripiegare sui soliti democrat, quelli che masochisti si nasce e loro lo nacquero: sui Bersani e i Franceschini che fanno finta che il problema della responsabilità civile non esista e sono andati a lamentarsi con il provveditore agli studi Napolitano. Perché il solito Berlusconi gioca strano dall’ultimo banco.
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