Perché la Russia vuole fare guerra al Qatar
Non sarà più abituata ai fasti dell’epoca comunista, ma la Russia non perde l’antica abitudine di glorificare la propria grandezza, minacciando vecchi alleati e ribadendo che le sorti del mondo non possono essere decise senza ascoltare l’opinione del Cremlino.
Non sarà più abituata ai fasti dell’epoca comunista, ma la Russia non perde l’antica abitudine di glorificare la propria grandezza, minacciando vecchi alleati e ribadendo che le sorti del mondo non possono essere decise senza ascoltare l’opinione del Cremlino. Un esempio di tutto questo si è avuto domenica scorsa al palazzo di vetro dell’Onu, quando Mosca poneva il veto (insieme alla Cina) sulla risoluzione siriana voluta da tutti gli altri membri del consiglio di sicurezza. Una conversazione registrata dall’emittente France 2 svela la discussione avvenuta tra il premier e ministro degli Esteri del Qatrar, Hamad bin Jassim bin Jabr, e l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin. “Ti chiedo di non usare il veto, altrimenti la Russia perderà il consenso di tutti i paesi arabi”, diceva il primo ministro qatariota a Churkin, sperando di convincerlo ad appoggiare la bozza già preparata. “Se oserai rivolgerti a me un’altra volta con quel tono – rispondeva l’ambasciatore russo – puoi essere sicuro che non esisterà più nulla che si chiamato Qatar”. Davanti all’interlocutore sbalordito, Churkin rincarava la dose, ricordando al Qatar di essere “un ospite nel consiglio di sicurezza” e di tenere sempre a mente i rapporti di forza: “Io parlo a nome della grande Russia, tu invece rappresenti un paese piccolo”, aggiungeva il diplomatico di Mosca.
I rapporti tra Russia e Qatar sono deteriorati già dallo scorso novembre, quando l’ambasciatore russo a Doha, Vladimir Titorenko, fu “aggredito” (così riporta il comunicato dell’ambasciata) da funzionari della polizia qatariota, che tentarono anche di prendere possesso della valigia diplomatica. Secondo Titorenko, la provocazione era dovuta alle posizioni del Cremlino sulla Siria, poco apprezzate dal piccolo Stato del Golfo. In quella circostanza, Mosca avvertì Doha che “il gesto avrebbe provocato delle gravi conseguenze”, e non solo sul piano bilaterale. Domenica, al palazzo di vetro, l’avvertimento è stato ribadito.
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