L'ideologia della protezione-prevenzione e l'illusione di risolvere ogni problema
A fronteggiare la nuova ondata di gelo scende in campo anche il governo che chiede prevenzione e ha dato ampi poteri in tal senso al capo della protezione civile. Si è fatto e si fa prevenzione contro gli incidenti stradali e sul lavoro, contro gli incendi boschivi. Contro la droga e l’alcol. Contro malattie vascolari, obesità, diabete, aviaria, mucca pazza. Contro epidemie e pandemie, contro zanzare tigri. Contro il caldo. Ora contro il freddo. Forse è tempo di smettere di voler prevenire.
Leggi La società desolante che vuole una nevicata invernale in prima pagina
A fronteggiare la nuova ondata di gelo scende in campo anche il governo che chiede prevenzione e ha dato ampi poteri in tal senso al capo della protezione civile. Si è fatto e si fa prevenzione contro gli incidenti stradali e sul lavoro, contro gli incendi boschivi. Contro la droga e l’alcol. Contro malattie vascolari, obesità, diabete, aviaria, mucca pazza. Contro epidemie e pandemie, contro zanzare tigri. Contro il caldo. Ora contro il freddo.
Forse è tempo di smettere di voler prevenire. Di illuderci che la nostra incerta specie possa davvero essere tenuta al riparo dalla cieca crudeltà della sorte. Eppure quando una nave da crociera di più di centomila tonnellate urta uno scoglio alla velocità di sedici nodi e sulla fiancata si apre uno squarcio di una settantina di metri, quando un paese è inaccessibile per la troppa neve o un treno rimane bloccato a tre chilometri dalla stazione e i passeggeri passano otto ore all’agghiaccio, non troviamo di meglio che ripetere che la situazione è sotto controllo, che stiamo monitorando.
Meglio sarebbe prendere atto della realtà e fidare in un’intelligente arte di arrangiarsi, in una ragionevole solidarietà. Piuttosto che lenire le nevrosi di chi ha paura di andare a scuola o in ufficio, è più umano occuparsi di corpi reali a rischio, per esempio i senzatetto, così da non dover ascoltare, dopo, infami bilanci tipo “una trentina di morti, per lo più clochard”. Si sa, sindaci, governatori, ministri e pubblica amministrazione ci tengono a dare l’impressione di essere sempre pronti, lungimiranti, solerti, amorevolmente attenti agli amministrati. Di parole come prevenzione, monitoraggio, controllo, hanno fatto quasi una formula magica. Che però suona male in tante circostanze e addirittura rafforza l’idea che nelle società complesse molti problemi siano davvero insolubili. Non tranquillizzano dunque, creano ansia.
L’ideologia della protezione-prevenzione, del controllo è potente sul piano simbolico ma destinata a fallire sul piano materiale. Cullarcisi per governanti e governati, significa regredire allo stadio infantile dell’attesa: come per l’appunto credere in uno spazzaneve per ciascuno anziché darsi una mossa, organizzarsi con i vicini, comprare pale e darci dentro. Come avrebbero fatto i nostri padri. E i padri dei padri.
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