L'improvviso amore di Washington per i bulgari

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La Bulgaria è il nuovo migliore amico degli Stati Uniti in Europa? A sentire Hillary Clinton sì. Domenica scorsa il Segretario di Stato americano si è recato a Sofia per incontrare il premier bulgaro Boyko Borisov. Hanno parlato di tutto, dalla Siria all’Iran, dal ruolo della Nato negli equilibri del Mediterraneo orientale alla promessa di rafforzare la cooperazione militare.

    La Bulgaria è il nuovo migliore amico degli Stati Uniti in Europa? A sentire Hillary Clinton sì. Domenica scorsa il Segretario di Stato americano si è recato a Sofia per incontrare il premier bulgaro Boyko Borisov. Hanno parlato di tutto, dalla Siria all’Iran, dal ruolo della Nato negli equilibri del Mediterraneo orientale alla promessa di rafforzare la cooperazione militare. Clinton ha anche lodato il modo in cui Sofia è passata dalla dittatura comunista alla democrazia, esaltando “il meraviglioso modello economico” bulgaro che deve “essere un esempio non solo per l’Europa in crisi”. E ancora, “quello che avete fatto voi in vent’anni rimarrà nella storia”, ha aggiunto la responsabile della diplomazia di Washington.

    La stampa americana ha chiarito il perché di tanto improvviso amore: il gas. Da sempre la Bulgaria dipende quasi totalmente dai rifornimenti di Gazprom e qualche settimana fa il governo Borisov ha deciso di sospendere al colosso petrolifero statunitense Chevron le concessioni per le trivellazioni invasive in una vasta area nel nord est del paese. Troppo forti le polemiche degli ambientalisti, capaci di convincere il Parlamento a bloccare i lavori del gruppo americano.

    Clinton ha assicurato “il massimo impegno americano nell’aiutare la Bulgaria ad avanzare sulla strada dell’indipendenza energetica, facendo il possibile per proteggere le magnifiche ricchezze ambientali del paese”. E’ così forte l’attenzione per le sorti dell’ecosistema bulgaro che nei prossimi giorni giungerà a Sofia Richard Morningstar, inviato speciale del segretario di stato per l’energia in Eurasia. L’obiettivo è far riprendere al più presto le trivellazioni della Chevron. In cambio, Washington è pronta a realizzare esercitazioni militari congiunte con le truppe bulgare e a rafforzare il ruolo delle basi operative Nato nel paese (anche nell’ottica di un potenziale attacco alla Siria). I russi hanno capito subito qual era il vero intento della missione di Clinton, tanto che hanno spedito l’amministratore delegato di Gazprom, Alexey Miller, a Sofia per incontri con i vertici istituzionali di Sofia. La partita tra Mosca e Washington si gioca sui rifornimenti di gas, e la Bulgaria è il terreno per un nuovo, potenziale scontro.