Quei permalosetti cinguettanti che non si rendono conto del regalo di Crozza
Per capirsi subito: viva Crozza! Si può copiare dal barbiere – il mio, da ragazzino, era pelato e con la parrucca: già berlusconiano con Rumor? Dalla piazza, nel dopo messa, si può copiare – la nonna aveva un prete un po’ andato di capoccia, che cominciava la messa e finiva prima che le vecchine potessero dire amen. “Don R., stamattina neanche ho potuto finire l’Avemaria”, protestava. “Marì, io so’ lento a partire, ma una volta partito il diavolo mi si porta!”, si esaltava il sant’uomo? In fila al supermercato, è possibile copiare?
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Per capirsi subito: viva Crozza! Si può copiare dal barbiere – il mio, da ragazzino, era pelato e con la parrucca: già berlusconiano con Rumor? Dalla piazza, nel dopo messa, si può copiare – la nonna aveva un prete un po’ andato di capoccia, che cominciava la messa e finiva prima che le vecchine potessero dire amen. “Don R., stamattina neanche ho potuto finire l’Avemaria”, protestava. “Marì, io so’ lento a partire, ma una volta partito il diavolo mi si porta!”, si esaltava il sant’uomo? In fila al supermercato, è possibile copiare? In curva allo stadio si copia (chi fu il primo a copiare da chi il geniale “Arbitro cornuto!”)? Sul bus 64, tra pellegrini e borseggiatori e palpeggiatori, copiare si può? Dove la gente mormora – da sempre la gente mormora – tutto è ispirazione e tutto è replicabile. Nemmeno copiatura – ché non esiste copiatura possibile nel Grande Nulla delle chiacchiere.
E Twitter è il Grande Nulla Chiacchierone amplificato per mille, per un milione, per miliardi di annotazioni – dall’andata di corpo all’andata politica del Cav., dalle tette di Belen alla manovra di Monti – il Grande Vuoto taoista: sostanzialmente, la Grande Cazzata di tante piccole megalomanie. Siccome non c’è neanche il rischio che qualcuno possa avanzare la giustificata opinione: scusa, ma chi cazzo se ne frega? (come dal barbiere, sul tram o allo stadio), ognuno affida a quelle 140 battute (o sei Bigazzi e ne tiri fuori un capolavoro, tipo: “Rose rosse per te ho comprato stasera e il tuo cuore lo sa cosa voglio da te”, o sei un ordinario cinguettatore e ne tiri fuori un’irrilevante opinione), un planetario con infinite costellazioni di insensatezze e banalità. A volte – la quantità, proprio perché abbondante, per legge di probabilità deve pur contenere qualcosa di più evoluto di giornalisti che dibattono dei loro manufatti e politici in calore come gatti per la smania di far sapere (subito! adesso! ora!) cosa gli passa per la testa – si trovano anche felici battute, curiosità, annotazioni divertenti.
Uno passa e sente, annota e magari pensa: toh, lo avevo detto anch’io – che mica ci s’incrocia Oscar Wilde… E perciò, quei permalosetti che cinguettano – come i pappagalli nella gabbia di don Verzé – di che si lagnano, di che si lamentano? Che c’è, pensano che tutto sia dovuto gratis – diritto a sapere, diritto a conoscere: capirai – e giusto loro devono essere pubblicamente ricompensati, citati? Le cazzate si sentono, colpiscono, si riciclano – i più bravi ne fanno spettacolo. Maurizio Crozza è bravissimo. Ha la faccia da impunito, la panza rilassata, una fenomenale capacità di inchiodare un personaggio a un particolare: Bersani quale Peppone alle prese con il Gay Pride nella sua Brescello, dove vogliono fare il red carpet con le antiche bandiere rosse, chiede soccorso a don Camillo, “stiamo mica qui a fare le ostie con i Ringo!”, Napolitano e lo zabaione, “con viva e vibrante soddisfazione”, oltre qualche risaputo “turpe malcreato!”, il Papa e l’Ici, “grossen rospen”, Bossi come Forrest Gump, il finanziere “Mimmo Scialla fiamma gialla” e l’evasore, Monti che gronda “solidarietà da tutti gli spinotti”.
Ora, non tanto la lagna twitteriana colpisce – credevano di essere finiti in un volume dei Meridiani? – quanto il fatto che a rivelare “la spesa proletaria” di battute (infatti granché non erano) sia stato un deputato del Pd, Andrea Sarubbi. C’è da farsi cadere le braccia, proprio adesso che, secondo alemanniane disposizione, servirebbero per spalare. Ovviamente, anche politici di maggiore calibro, e di ogni schieramento, risultano cinguettanti al pari suo: e chissà se c’è da fidarsi di un leader tanto incontinente da cominciare a cinguettare prima di aver avuto la possibilità di pensare. Da dove viene, tutta questa urgenza? Scrive il Messaggero che Sarubbi tanto è devoto a Twitter che la scorsa settimana è caduto dal motorino ed eroicamente “quasi mentre precipitava simultaneamente avvertiva i suoi followers: ‘Caduto da motorino ma niente di grave’” – quelli che dovevano fare, accendere un cero a sant’Antonio? Replicare: e ’sti cazzi? Crozza, tutto sommato, li ha nobilitati. Molto meglio il giustificato cinguettio di Titti (oh, mi è sembrato di vedere un gatto), di quello vanitoso e un po’ megalomane di Twitter.
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