La baruffa tra Uni-Mediobanca e Generali sulla super Unipol
Chi c’è dietro Palladio che cerca di sfondare in Fonsai? E’ la domanda che circola negli ambienti milanesi dopo l’ingresso di Palladio Finanziaria nell’azionariato del gruppo assicurativo della famiglia Ligresti che sta per passare sotto il controllo di Unipol con i buoni uffici di Mediobanca e Unicredit. La mossa di Palladio, che pensa di incrementare ulteriormente la quota del 2,25 per cento, è stata salutata con favore ieri dall’editorialista del Corriere della Sera, Salvatore Bragantini, ex commissario Consob, con queste parole: “Siamo una società bloccata, tutto va negoziato con i guardiani dello status quo”.
Chi c’è dietro Palladio che cerca di sfondare in Fonsai? E’ la domanda che circola negli ambienti milanesi dopo l’ingresso di Palladio Finanziaria nell’azionariato del gruppo assicurativo della famiglia Ligresti che sta per passare sotto il controllo di Unipol con i buoni uffici di Mediobanca e Unicredit. La mossa di Palladio, che pensa di incrementare ulteriormente la quota del 2,25 per cento, è stata salutata con favore ieri dall’editorialista del Corriere della Sera, Salvatore Bragantini, ex commissario Consob, con queste parole: “Siamo una società bloccata, tutto va negoziato con i guardiani dello status quo”.
Chi sono i guardiani dello status quo? L’entrata in Fonsai della holding del nord-est fondata da Roberto Meneguzzo e guidata dal manager con Giorgio Drago ha destato stupore ai piani alti sia di Mediobanca retta dall’ad, Alberto Nagel, sia di Unicredit: il vicepresidente del gruppo bancario, Fabrizio Palenzona, nel fine settimana non ha dissimulato irritazione per l’azione di Palladio. Non è un caso: la mossa della cosiddetta Mediobanca del nord-est, ovvero Palladio, è parsa in Piazzetta Cuccia e in Piazza Cordusio, i principali istituti impegnati nel salvataggio di Fonsai e autori del progetto di unificazione con il gruppo Unipol, come un atto ostile al piano di Mediobanca e Unicredit. In casa di Palladio si negano queste intenzioni.
Molti osservatori, per scrutare i comportamenti di Palladio, puntano le attenzioni sul Leone di Trieste, che vede nascere con Unipol-Fonsai un robusto concorrente progettato e realizzato dal suo principale azionista, ovvero l’istituto di Piazzetta Cuccia con l’accordo del gruppo guidato dall’ad, Federico Ghizzoni. “Mediobanca è sempre stato il vero obiettivo di Meneguzzo”, è l’indiscrezione che si raccoglie in ambienti finanziari milanesi. Circa due anni fa, per arginare il peso e l’attivismo di Cesare Geronzi in arrivo a Trieste, Palladio e soprattutto Meneguzzo andarono in soccorso di Perissinotto che cercava di impedire la nomina di Geronzi a presidente di Generali, secondo loro agevolata da Nagel.
Il piano non ebbe successo. Cominciò allora per Palladio, nel 2010, un periodo di piani ambiziosi con l’obiettivo di poter acquisire una quota significativa di Mediobanca (10-15 per cento), sostenuti da ambienti del precedente governo (si parlava di buoni rapporti con l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti) e in molti sostengono anche di Intesa (investitore con le Generali nel fondo Vei di Palladio). Ma anche questo tentativo fallì a opera in particolare del management di Mediobanca, che non gradì le avance, e per la freddezza di Unicredit al quale Meneguzzo si era rivolto. Dietro quell’operazione fu intravista a Milano la mano di Perissinotto, insofferente alle pressioni di Mediobanca per una gestione piu trasparente e con risultati migliori, o almeno in linea, rispetto a quelli dei competitor europei. Fu così Perissinotto a caldeggiare Palladio alla Fondazione Crt come compagno di viaggio: “Palenzona – ha scritto domenica scorsa Laura Galvagni sul Sole 24 Ore – è stato il trait d’union tra la Fondazione Crt, Unicredit e Piazzetta Cuccia perché Palladio, attraverso Effeti, acquistasse il 2,26 per cento delle Generali e salisse al 3,5”.
L’operazione in corso su Fonsai, che ieri è salita in Borsa (più 18 per cento), s’incastona in questo quadro. Nello scorso dicembre Palladio iniziò a sondare sia Unicredit sia Mediobanca per investire nella compagnia dei Ligresti. Però il suo progetto non trovò adesioni. Mentre adesso è venuta allo scoperta da sola. Ma alcuni azionisti di Palladio riservatamente prendono le distanze. D’altronde uno dei soci di Palladio, Amenduni, è stato socio storico e membro del patto di Mediobanca. Di sicuro, comunque, le conseguenze nel rapporto tra Mediobanca e Generali si faranno presto sentire.
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