Ministri di portafoglio

Annalena Benini

Il fatto che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda possegga due pascoli sulle Alpi, con le baite in pietra da ristrutturare, me lo rende più simpatico, così come l’immagine di lui che alla guida di una Seat Ibiza del 2002 si inerpica sulle montagne per controllare le sue comproprietà e salutare le mucche.

Guarda la puntata di Qui Radio Londra Trasparenza sui problemi da risolvere, non sugli stipendi dei ministri

    Il fatto che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda possegga due pascoli sulle Alpi, con le baite in pietra da ristrutturare, me lo rende più simpatico, così come l’immagine di lui che alla guida di una Seat Ibiza del 2002 si inerpica sulle montagne per controllare le sue comproprietà e salutare le mucche. Adesso che sappiamo tutto dei nostri ministri (Paola Severino batte a milionate di euro Corrado Passera, evviva le donne) e abbiamo fatto esplodere il sito del governo per eccesso di click furiosi, a metà tra il bisogno di gossip e il rancore sociale, ora che anche le rendite da cinque euro sono state documentate, siamo sazi? No, c’è sempre qualcosa che ancora non si sa: i ministri fanno la raccolta differenziata dei rifiuti? danno l’elemosina per strada ai poveri? fingono spesso di non avere contanti e si fanno offrire il caffè dai collaboratori? cercano di ottenere lo sconto nei negozi? vanno spesso nelle loro case di vacanza a Parigi, New York e Salina?

    Oltre a interessi più squisitamente sociologici: il box auto è il nuovo nero? Giulio Maria Terzi di Sant’Agata come concilia tutti quei nomi con l’Harley Davidson 883? i cacciatori di dote di Palazzo Chigi stanno facendo il filo a Paola Severino? Esaurite le curiosità primarie, cioè quel semplice obbligo di trasparenza e civiltà (quanto guadagni, bastardo privilegiato), ne nascono immediatamente di secondarie e anzi si moltiplicano, si trasformano nel desiderio di un enorme buco della serratura da cui spiare tutto, come al “Grande Fratello”. Sarebbe giusto, per molti, mettere l’intero Palazzo Chigi, ventiquattr’ore su ventiquattro, ma perché no anche la Camera e il Senato, in una grande casa Ikea provvista di telecamere dietro gli specchi, affinché sia possibile effettuare il calcolo esatto delle ore di lavoro e fare una classifica dei fannulloni: un po’ troppe pause caffè oggi, eh? e quel fine settimana lungo, quando lo recuperiamo? Per vendicarsi sul governo delle vessazioni subite dal capufficio. La trasparenza dovrebbe liberarci dal male e dai conflitti d’interessi, ma il tasso di voyeurismo avvelenato è alto (molti commentatori on line sono indignati per le ammissioni di Porsche e di enorme casa a Cortina, e il deposito bancario di otto milioni di euro viene spesso accolto con trasparenza d’imprecazioni).

    L’invidia rancorosa, anche per un appezzamento di terreno in provincia di Siracusa da dividere con ottantasette parenti, trasformano un Land Rover usato in un privilegio immeritato, qualunque polizza assicurativa in un tesoro nascosto. Comunque per il momento siamo contenti di avere scoperto che l’automobile più posseduta dalla compagine di governo è Fiat-scassata, che esistono mutui e usufrutti a vita per le anziane madri, che in alcuni matrimoni funziona ancora la comunione dei beni. Ma aspettiamo con ansia il sequel, con tutti i possedimenti di Elsa Fornero e Mario Monti, e il numero esatto delle sue cravatte color Ace candeggina gentile.

    Guarda la puntata di Qui Radio Londra Trasparenza sui problemi da risolvere, non sugli stipendi dei ministri

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.