Atto di guerra (economica)
Obama e l'opzione Swift: è l'atomica delle sanzioni bancarie contro l'Iran
Ieri il Brent è salito oltre quota 121 dollari al barile di greggio, il prezzo più alto in nove mesi, per colpa della dichiarazione di domenica da parte del governo iraniano: non vendiamo più a Francia e Gran Bretagna. L’annuncio è una rappresaglia economica preventiva contro l’Unione eropea, che a gennaio aveva annunciato a sua volta di rinunciare al petrolio iraniano – a partire da luglio. Allo stesso tempo la Casa Bianca sta lavorando a una sanzione bancaria definitiva, capace di mettere in crisi l’economia del governo di Teheran, se effettivamente fosse realizzata.
Ieri il Brent è salito oltre quota 121 dollari al barile di greggio, il prezzo più alto in nove mesi, per colpa della dichiarazione di domenica da parte del governo iraniano: non vendiamo più a Francia e Gran Bretagna. L’annuncio è una rappresaglia economica preventiva contro l’Unione eropea, che a gennaio aveva annunciato a sua volta di rinunciare al petrolio iraniano – a partire da luglio. Allo stesso tempo la Casa Bianca sta lavorando a una sanzione bancaria definitiva, capace di mettere in crisi l’economia del governo di Teheran, se effettivamente fosse realizzata. Domenica si è trattato di un colpo d’avvertimento da parte dell’Iran, senza effetti reali. La Gran Bretagna non compra petrolio iraniano da sei mesi, e quando lo faceva era per coprire soltanto l’un per cento delle sue necessità. Anche per la Francia l’impatto è minimo, ne importa il tre per cento dall’Iran. “Fermare questo piccolo export verso Regno Unito e Francia comporta un rischio decisamente minore per l’Iran – dice Caroline Bain, analista di commodity dell’Economist Intelligence Unit – anzi ottiene l’effetto opposto, conquista i titoli in prima pagina sui giornali e fa alzare il prezzo, che è una cosa che Teheran guarda decisamente con favore”. In questo il governo iraniano potrebbe essere accontentato: JP Morgan Chase ha alzato la previsione 2012 sul greggio di sei dollari, a quota 118 al barile.
Il colpo d’avvertimento riguarda piuttosto l’Italia, che compra dall’Iran il 13 per cento del suo petrolio, la Spagna, che ne compra il 15 per cento, e la Grecia, che ne compra un terzo. Didier Houssin è il direttore del settore Mercato dell’energia e sicurezza dell’Agenzia internazionale per l’energia e con Reuters usa toni rassicuranti: l’Unione europea può vivere senza il greggio dell’Iran. I clienti si stanno adattando all’embargo in arrivo grazie ad accordi con nuovi fornitori e la domanda sta per diminuire con la fine dell’inverno nell’emisfero nord. Da 500 mila barili comprati ogni giorno dall’Iran gli europei sono già scesi a 300 mila. “Anche se Teheran prendesse oggi la decisione di tagliare le esportazioni, l’impatto sarebbe minimo. I clienti sono pronti e siamo vicini alla fine dell’inverno, quando di solito le raffinerie europee si fermano per manutenzione”.
La minaccia del ministro del Petrolio iraniano, Rostam Qassemi, di sospendere i rifornimenti per ora va a vuoto. L’Amministrazione Obama lavora alla sanzione economica definitiva, una Bomba atomica bancaria che ha il potenziale per mettere in crisi l’economia dell’Iran: vuole che il paese sia estromesso dalla Swift, che è la società internazionale con sede a Bruxelles che dagli anni Settanta rende più sicure e veloci le transazioni tra banche di paesi diversi. La Swift fa da garante e da snodo ogni giorno a diciotto milioni di transazioni finanziarie tra diecimila banche in 210 paesi, che altrimenti dovrebbero essere verificate una per una. Quaranta banche iraniane sono iscritte alla Swift, e sono loro a occuparsi della compravendita di greggio che regge le casse dello stato. La Swift è la ruota che fa girare il meccanismo bancario nel mondo globalizzato: estromettere l’Iran è, come dice un editoriale di Asia Times, un atto di guerra economica. Che è già in corso: da dicembre, per le sanzioni, il rial ha perso metà del valore contro il dollaro.
Rappresentanti della Swift dovrebbero incontrare una delegazione americana e dell’Unione europea questa settimana. Mark Dubowitz, un esperto di sanzioni che fa da consulente alla Casa Bianca sul dossier Iran, dice all’Associated Press che l’Amministrazione Obama sta valutando con sedute lunghe e discusse se andare fino in fondo con l’opzione Swift, e le possibili conseguenze sull’economia mondiale. Il prezzo del greggio potrebbe salire e la reputazione della società europea potrebbe essere danneggiata irreparabilmente (cosa penseranno da ora in poi i membri, dell’idea di poter essere estromessi per le pressioni americane?). Prima di oggi la Swift acconsentì soltanto a un’altra domanda dalla Casa Bianca, sui dati bancari sospetti dopo gli attacchi dell’11 settembre. Ora la richiesta dell’Amministrazione Obama è più forte e ha conseguenze più ampie.
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