Il cliché è ribaltato

Ora sono gli uomini (americani) che hanno l'ansia di rimanere zitelli

Annalena Benini

Ci sono momenti in cui le vendette vengono compiute dalla storia a nostra insaputa, risparmiandoci la fatica di averle cercate, pensate, evitando di farci sprecare tempo sulla riva del fiume ad aspettare il passaggio di qualche cadavere. In questo caso, il passaggio dei soliti stereotipi culturali finalmente cadaverizzati. “Adoro essere ridotta a stereotipo culturale”, diceva una ragazza a Woody Allen in “Io e Annie”, perché a un certo punto ci si affeziona pure a quelli.

    Ci sono momenti in cui le vendette vengono compiute dalla storia a nostra insaputa, risparmiandoci la fatica di averle cercate, pensate, evitando di farci sprecare tempo sulla riva del fiume ad aspettare il passaggio di qualche cadavere. In questo caso, il passaggio dei soliti stereotipi culturali finalmente cadaverizzati. “Adoro essere ridotta a stereotipo culturale”, diceva una ragazza a Woody Allen in “Io e Annie”, perché a un certo punto ci si affeziona pure a quelli, in mancanza di altro, e il cliché della ragazza in cerca di marito, disposta intorno ai trent’anni ad accasarsi con chiunque, incurante di orribilezza, taccagneria, alitosi, impotenza, terrorizzata dall’idea di trasformarsi in una eccentrica signora sola che indossa caftani e porta elefantini di legno in regalo ai figli della sorella, ci era diventato perfino lieve, superato da altri luoghi comuni ben più fastidiosi.

    Ma poi, magicamente, lo stereotipo ha cominciato a sentirsi solo, e non trovando più ragazze a cui appoggiarsi ha deciso di fare il grande salto: è passato all’altra sponda. Adesso sono gli uomini, secondo una ricerca americana (l’enorme sito di appuntamenti match.com) a spaventarsi per la possibilità di un celibato (zitellaggio maschile) che non ha più il fascino della libertà, e a inginocchiarsi davanti alla prima che passa con un anello di fidanzamento e una data già fissata in comune (non è chiaro, per il momento, se si affrettino anche a bucare i preservativi e a manometterle la pillola anticoncezionale). Il primo pensiero della maggior parte dei trentenni americani adesso è: sposala! “Mia moglie non è perfetta. Non è nemmeno la migliore ragazza che abbia avuto a letto, ma è una brava madre per nostra figlia, è utile nella nostra vita economica, e andiamo d’accordo”. E ancora: “Noi tutti sposiamo la nostra seconda, terza o quarta scelta, è la vita”.

    Il bisogno di conquista, la passione divorante, perfino quel sano senso maschile di fuga dalle responsabilità sono stati tramutati (dalla crisi economica e dalla crescente sicurezza delle donne che, sempre secondo questa ricerca, non hanno esitazioni a disfarsi di un uomo incapace a letto, ad esempio), in bisogno di famiglia. Di tornare a casa la sera e trovare la luce accesa e qualcuno che chieda: com’è andata oggi? Non importa che sia la donna dei sogni, o almeno un’infatuazione da batticuore purché abbia le caratteristiche necessarie per una pacifica e proficua convivenza.

    Se proprio non puoi cancellare uno stereotipo, prova almeno a spostarlo. E’ andata così, e adesso tocca agli uomini venire indicati ai matrimoni come quelli seduti al tavolo dei single (succedeva anche prima, perché la domanda è sempre la stessa: sembra decente ma non ha la fidanzata, perché? sarà un serial killer?), e la scusa del non-ho-ancora-incontrato-la-donna-giusta non funzionerà ancora a lungo. In realtà il ribaltamento dei cliché aggiunge problemi a problemi. Una volta il dilemma era se concedersi o meno al primo appuntamento, adesso il dubbio è se accettare di sposarlo o no al primo appuntamento. E per i malati di statistiche, questa ricerca sostiene che i repubblicani abbiano molti più orgasmi dei democratici.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.