La chiesa d'Inghilterra alle prese con la questione gay, dentro e fuori le sue mura

Paolo Rodari

L’ex arcivescovo di Canterbury, Lord George Carey, è stato tra i primi a opporsi alla volontà di David Cameron di legalizzare entro il 2015 il matrimonio tra omosessuali: “Non possiamo permettere che questo atto di vandalismo culturale e teologico accada”, ha detto Carey, una delle tante personalità inglesi che stanno dietro alla recentemente formata “Coalition for Marriage” che ha lanciato una veemente campagna di protesta contro la legalizzazione del matrimonio fra persone dello stesso sesso, come riferito lunedì 20 febbraio dal quotidiano Telegraph.

    L’ex arcivescovo di Canterbury, Lord George Carey, è stato tra i primi a opporsi alla volontà di David Cameron di legalizzare entro il 2015 il matrimonio tra omosessuali: “Non possiamo permettere che questo atto di vandalismo culturale e teologico accada”, ha detto Carey, una delle tante personalità inglesi che stanno dietro alla recentemente formata “Coalition for Marriage” che ha lanciato una veemente campagna di protesta contro la legalizzazione del matrimonio fra persone dello stesso sesso, come riferito lunedì 20 febbraio dal quotidiano Telegraph. “Lord Carey si mette dalla parte sbagliata, non solo della storia, ma della moralità, della compassione e della ragione”, ha dichiarato un editoriale pubblicato martedì 21 febbraio sul quotidiano Independent.

    Di certo c’è un fatto. Sul tema la comunità anglicana è divisa. La maggior parte delle gerarchie non vuole la legalizzazione del matrimoni gay seppure non tutti siano contrari alle relazioni tra gay. Un punto fermo l’ha messo già da qualche tempo l’attuale arcivescovo di Canterbury e primate della comunione anglicana Rowan Williams. E’ stato lui anzitutto, a dire che il matrimonio tra omosessuali non ha alcun fondamento nelle Sacre Scritture. Solo alle Sacre Scritture, dice, “la comunione anglicana deve attenersi”, senza seguire le mutevoli regole sociali che ad esempio in alcuni stati americani permettono il matrimonio di coppie omosessuali.

    Più controversa la questione inerente l’ammissione al sacerdozio di persone dichiaratamente omosessuali. Williams proprio in queste ore ha chiesto alle diocesi anglicane sparse per il Regno Unito di votare una risoluzione che prevede il rifiuto di ammettere all’episcopato i sacerdoti che si dichiarano omosessuali. Quella di Williams è una mediazione tra le anime più conservatrici e liberal della medesima comunione anglicana. Perché la “risoluzione Williams” passi, occorre il sì della maggioranza delle 44 diocesi.

    Un risultato non scontato: fino a poche ore fa tredici diocesi avevano votato contro, otto a favore. Coloro che si oppongono alla risoluzione dicono che in caso di approvazione la comunità anglicana diverrebbe ulteriormente spaccata. Fortemente penalizzate, infatti, sarebbero le anime più liberal. Ma se saranno le opposizioni ad avere la meglio sarebbe Williams a uscirne fortemente indebolito.