La grande occasione di Romney
Nel martedì più atteso della tornata delle primarie repubblicane si vota in Ohio, Georgia, Tennessee, Alaska, Massachusetts, Idaho, North Dakota, Oklahoma, Vermont e Virginia. In palio ci sono 437 delegati, un gruzzolo che potrebbe dare a Mitt Romney la spinta decisiva per mettersi in tasca la nomination (al momento ha 180 delegati, Santorum 90, il numero per vincere la nomination è 1144) oppure far risorgere il candidato in gilet.
Nel martedì più atteso della tornata delle primarie repubblicane si vota in Ohio, Georgia, Tennessee, Alaska, Massachusetts, Idaho, North Dakota, Oklahoma, Vermont e Virginia. In palio ci sono 437 delegati, un gruzzolo che potrebbe dare a Mitt Romney la spinta decisiva per mettersi in tasca la nomination (al momento ha 180 delegati, Santorum 90, il numero per vincere la nomination è 1144) oppure far risorgere il candidato in gilet. Per il New Yorker, che questa settimana ha messo in copertina Santorum legato sul tettuccio della macchina di Romney, come il mitico cane Seamus, ribaltare il potere dell’ex governatore non sarà facile. Sempre al netto delle tendenze suicide del Gop, ma di queste si dirà più avanti.
Lo stato da tenere d’occhio oggi è l’Ohio, battleground per tutte le stagioni e in particolare per questi tempi di fabbriche serrate, working class fantasma e altri malanni che colpiscono soprattutto la Rust Belt. Non è un caso che lo stato in più visitato in assoluto da Obama nei primi tre anni di presidenza sia l’Ohio. Ha fatto comizi nelle periferie di Cleveland, fra i macchinari di Toledo, ha parlato ai colletti blu di Columbus e Cincinnati, ricordandosi che da quelle parti i voti non si ottengono, si coltivano. Inutile dire che i sondaggi danno Romney e Santorum in sostanziale parità in Ohio. Ma nel contesto dei dieci stati Romney si gioca la grande possibilità di cacciare l’avversario dalla competizione, così da dedicarsi al cambio di narrativa in vista delle elezioni generali – il partito ha disperatamente bisogno di chiudere la fase maniaco-compulsiva per aprire quella politica – e dalla sua ha il meccanismo di distribuzione proporzionale dei delegati e una macchina politica ricca e potente. Una volta chiusi i seggi non si tratterà soltanto di guardare al numero degli stati vinti, ma ai delegati raggranellati. E Romney spera in una vittoria simbolica in Ohio accompagnata da un capitale di delegati costruito anche sulle briciole raccolte in posti dove non ha speranze di vittoria. Tipo la Georgia, casa di Newt Gingrich.
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