L'ultima zampata di Newt
Newt Gingrich sa che dal voto in Mississippi e Alabama di oggi passa il futuro della sua campagna elettorale in queste primarie repubblicane. Non vuole arrendersi, neppure all’evidenza dei numeri che al momento lo danno terzo dietro anche all’ultraconservatore Rick Santorum. Vincere in Mississippi e Alabama (o anche in uno dei due stati) allenterebbe la pressione che dal Super Tuesday lo staff di Santorum esercita su Gingrich affinché abbandoni la corsa e faccia convergere i suoi voti sull’ex senatore della Pennsylvania.
Newt Gingrich sa che dal voto in Mississippi e Alabama di oggi passa il futuro della sua campagna elettorale in queste primarie repubblicane. Non vuole arrendersi, neppure all’evidenza dei numeri che al momento lo danno terzo dietro anche all’ultraconservatore Rick Santorum. Vincere in Mississippi e Alabama (o anche in uno dei due stati) allenterebbe la pressione che dal Super Tuesday lo staff di Santorum esercita su Gingrich affinché abbandoni la corsa e faccia convergere i suoi voti sull’ex senatore della Pennsylvania.
Rinfrancato dal successo nella sua Georgia, Newt ha percorso in lungo e in largo le contee dei due stati del sud, partecipando a feste di paese e, soprattutto, a funzioni religiose. Non c’è chiesa che tra Jackson e Birmingham non l’abbia visto in prima fila ad ascoltare i sermoni di pastori pronti alla battaglia per cacciare Barack Obama, percepito come una sorta di Anticristo a queste latitudini. Il tema forte dei comizi dell’ex speaker della Camera è la religione: “Non possiamo più tollerare la profanazione del Cristianesimo”, ha detto a Brandon, in Mississippi, davanti a centinaia di persone. “All’Islam si permette tutto, il sistema è malato. Prendete il romanzo 'Le buone puttane cristiane' e metteteci la parola 'musulmane' al posto di 'cristiane'. Quanto tarderanno ad arrivare le proteste delle élite di Washington?”, ha urlato Gingrich nel tripudio generale.
E’ un fiume in piena, incontenibile. Gli chiedono un commento sulla politica di controllo delle nascite di Obama? Lui risponde che la domanda è sbagliata, perché “ciò che ha fatto Obama è aver commesso un infanticidio”. Un commento sull’eventuale attacco militare alla Siria? Newt accusa il Segretario della Difesa Leon Panetta, “che si deve dimettere perché un americano non può dire che deve aspettare prima una risoluzione dell’Onu. Panetta non è il Segretario dell’Onu, ma degli Stati Uniti!”. Mitt Romney intanto, sfrutta le divisioni nel campo conservatore e tenta di conquistare un successo nel profondo sud che, secondo fonti del suo staff, potrebbe chiudere definitivamente la partita. E’ anche per questo che ha scelto di festeggiare il suo sessantacinquesimo compleanno facendo colazione in una taverna di Mobile, città di 200 mila abitanti dell’Alabama meridionale.
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