I cavalieri di Allah

Giulio Meotti

Si chiama i “Cavalieri della Fierezza” l’organizzazione islamica in cui militava Mohammed Merah, il franco-algerino accusato di aver messo a segno la strage alla scuola ebraica di Tolosa, in cui hanno perso la vita un rabbino, i suoi due figli e un’altra ragazzina. Il gruppo era stato fondato nell’agosto 2010 per “diffondere la parola di Allah”. Sui siti islamisti di Francia si invoca la salvezza di Merah: “Preghiamo tutti per il nostro fratello affinché riesca a salvarsi dalle mani dei  miscredenti”.

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    Si chiama i “Cavalieri della Fierezza” l’organizzazione islamica in cui militava Mohammed Merah, il franco-algerino accusato di aver messo a segno la strage alla scuola ebraica di Tolosa, in cui hanno perso la vita un rabbino, i suoi due figli e un’altra ragazzina. Il gruppo era stato fondato nell’agosto 2010 per “diffondere la parola di Allah”. Sui siti islamisti di Francia si invoca la salvezza di Merah: “Preghiamo tutti per il nostro fratello affinché riesca a salvarsi dalle mani dei  miscredenti”.

    Secondo l’intelligence francese, il gruppo Forsane Alizza promuove “l’instaurazione del califfato in Francia”. Lo slogan del movimento, dichiarato, è: “Imparare, capire, mettere in pratica e trasmettere”. Indicate come “le nostre priorità” sono “condannare ciò che è sbagliato e promuovere ciò che è lodevole”. A gennaio il ministro degli Interni, Claude Guéant, aveva annunciato la dissoluzione del gruppo, accusando l’imam del movimento, Mohammed Hammami delle moschea Tabligh Omar a Parigi di “prediche antisemite”. Già due anni fa la giustizia francese aveva indagato l’organizzazione per un sermone antisemita tenuto a Place de la Motte, a Limoges. L’imam Hammami incita i propri fedeli a “frustare a morte la donna adultera” e ha organizzato diverse azioni contro la legge sul velo integrale. Il religioso ha invitato i fedeli a non depositare il denaro nelle banche, perché “ne beneficerebbero gli ebrei” e il “denaro degli infedeli”.
    Settantasettenne di origine tunisina, Hammami è dagli anni Sessanta l’imam della moschea dell’XI arrondissement della capitale ed è membro del Consiglio francese del culto musulmano. Nel luglio 2010 i militanti di Forsane Alizza, a volto coperto, hanno distribuito volantini che esortavano i passanti a non andare più nei McDonald’s, da loro accusati d’essere “al servizio d’Israele”. Hanno organizzato dimostrazioni anche contro l’ufficio della El Al, la compagnia israeliana. Uno degli animatori del gruppo, Abou Hamza, incita a bruciare il codice penale francese poiché, a suo dire, “non c’è una sola linea che protegga i musulmani”. Il gruppo definisce la laicità una “religione satanica” e gli ebrei “figli di maiali e scimmie”. Si legge sul sito internet del gruppo di Hamza, adesso off line:  “La nostra organizzazione s’ingrandisce e abbiamo bisogno di mano d’opera ‘fissabililah’ (sulla via di Allah, ndr). Ricerchiamo ogni tipo di competenze ma soprattutto dei soldati. Se vi piacciono le attività di combattimento e siete capaci d’intervenire quando sarete sollecitati, allora il vostro profilo fa al caso nostro…”.

    Gli inquirenti devono accertare se il gruppo sia legato anche all’incendio doloso, causato da bombe molotov, che lo scorso novembre ha distrutto la sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. Il giornale, che per l’occasione era stato ribattezzato “Sharia Hebdo”, aveva deciso di nominare il profeta Maometto “direttore” per il particolare numero di oggi, allo scopo di “festeggiare la vittoria” del partito islamico Ennahda in Tunisia. Lo “speciale”  era motivato dal timore che la sharia possa costituire la base della legislazione post Gheddafi in Libia e in Tunisia. Nella vignetta in apertura un personaggio presentato come Mohammed che dice: “Cento frustate, se non morite di risate”. Si sa che il gruppo del killer di Tolosa è responsabile dell’attacco al sito del giornale, che ha sostituito la prima pagina on line con una foto della moschea della Mecca, nel pieno del periodo del pellegrinaggio, con due messaggi, in inglese e in turco, che denunciavano l’utilizzo dell’immagine del Profeta dell’islam. Lo scorso aprile il gruppo ha incitato all’assassinio degli omosessuali: “Quando trovi due uomini che commettono il peccato di Loth, uccidili”. Il sito web parla di lotta all’“islamofobia”. Ieri l’imam della moschea di Drancy, Hassan Chalghoumi, presidente dei religiosi islamici di Francia, ha detto che oltre a Forsane Alizza, i responsabili di Tolosa potrebbero avere legami con il “collettivo Sheikh Yassin”, intitolato al fondatore di Hamas ucciso in un raid israeliano. Drancy era diventata la moschea simbolo del dialogo con l’ebraismo, e per questo si è vista costretta a chiudere a causa delle minacce dei fondamentalisti islamici. Chalghoumi è stato accusato di essere l’“imam dei sionisti”. Non è escluso che membri del gruppo di Tolosa abbiano minacciato il professor Robert Redeker, originario proprio di Tolosa e costretto all’anonimato da una fatwa che lo ha colpito dopo la pubblicazione di un articolo critico sull’islam nel quotidiano Figaro. Redeker venne accusato di essere un “islamofobo” e un “sionista”.

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    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.