Quel buon sondaggio su Monti che spinge LCDM a scendere in campo

Salvatore Merlo

“Adesso scende in campo, stavolta sul serio. Vuole intercettare l’aura di Monti”. Gli amici di Luca Cordero di Montezemolo (LCdM) hanno ormai abituato i cronisti a diffidare della serpentina di annunci che da più di un anno, a intervalli irregolari, danno per “vicinissimo”, “sicurissimo” e “imminente” l’impegno di LCdM nella contesa politica. Eppure stavolta al Foglio viene riferito un “ragionamento”, un calcolo, che il presidente della Ferrari ha condiviso con i suoi intimi.

    “Adesso scende in campo, stavolta sul serio. Vuole intercettare l’aura di Monti”. Gli amici di Luca Cordero di Montezemolo (LCdM) hanno ormai abituato i cronisti a diffidare della serpentina di annunci che da più di un anno, a intervalli irregolari, danno per “vicinissimo”, “sicurissimo” e “imminente” l’impegno di LCdM nella contesa politica. Eppure stavolta al Foglio viene riferito un “ragionamento”, un calcolo, che il presidente della Ferrari ha condiviso con i suoi intimi. Ed è forse degno di qualche considerazione. Prende le mosse da quel vaticinio, ormai abbastanza condiviso (considerata la fine dei rapporti tra Lega e Pdl, e la pericolosa faglia che in questi giorni si evidenzia all’interno del Pd), enunciato non troppo tempo fa da Pier Ferdinando Casini: “Dopo Monti nulla sarà come prima”. La vecchia offerta politica, nella configurazione dei tre maggiori partiti (Pd, Pdl e Udc) non piace troppo agli italiani. Come dice Antonio Noto, sondaggista e direttore di Ipr Marketing: “C’è insoddisfazione per l’offerta elettorale. Un partito nuovo, slegato dalle vecchie sigle, moderato e filogoverno tecnico ha uno spazio enorme”. Ipr lo ha quantificato, quindici giorni fa per Repubblica.it. Una lista di tecnici, filogovernativa, e non necessariamente guidata da Mario Monti o Corrado Passera, raccoglierebbe il 22 per cento dei voti. LCdM lo sa. Lui osserva da mesi.

    In un primo tempo il presidente della Ferrari si era rassegnato a lasciare perdere tutto, ogni velleità: l’avvento del professor Monti, il tecnico “terzo”, rendeva pleonastica l’ipotesi di un suo impegno “per l’Italia futura”. Ma adesso, dopo cinque mesi passati a studiare (e consultare indirettamente) le mosse dei tecnici, LCdM si è convinto che né Monti né Passera abbiano serie intenzioni di fare manovra politica, di misurarsi con il consenso. D’altra parte, pensa Montezemolo, nessuno dei due, pur oggetto di gossip, di speculazioni giornalistiche e tra gli insider, si è in alcun modo fino a oggi impegnato nella costruzione di una squadra, né partecipa al dibattito pubblico se non sui temi propri dell’attività di governo (che sono, soprattutto, economia).

    “Sarebbe un terremoto elettorale”, dice il direttore di Ipr Marketing, Antonio Noto. La lista “tipo Monti” provocherebbe una flessione generale di tutti gli altri partiti: il Pd calerebbe dal 28 al 22 per cento; il Pdl dal 22 al 15; l’Udc dall’8 al 4 per cento. “Ma il risultato più interessante riguarda l’astensionismo”, dice Noto. Dall’attuale 47 per cento, registrato da Ipr, la percentuale degli indecisi calerebbe al 33. “L’insoddisfazione dell’elettorato è fortissima. Infatti crescono, nei sondaggi, anche i fenomeni alla Grillo”. E’ per questo che LCdM – dicono i suoi – adesso pensa di provarci sul serio alle politiche del 2013. Parola d’ordine: intercettare “l’aura” di Monti.

    Ovviamente i sondaggi, le proiezioni e gli studi che ringalluzziscono Montezemolo sono gli stessi che invece preoccupano i partiti e i loro leader (un po’ meno Casini, guarda caso il più filogovernativo tra tutti). Sia Angelino Alfano, sia Pier Luigi Bersani sono avvertiti del problema e del pericolo: l’attuale offerta politica li penalizza entrambi. Per questo le elezioni amministrative di maggio sono un test, l’occasione per esperimenti di laboratorio. Ieri sera nel corso di una cena, a Roma, presenti alcuni dirigenti del Pdl, si sfogliava un sondaggio molto incoraggiante che riguarda le comunali di Palermo. Udc e Pdl sperimentano, con Gianfranco Micciché, la ricomposizione del polo dei moderati. Anche questo sondaggio, riservato, è della Ipr Marketing. Il direttore di Ipr lo sintetizza così: “L’alleanza tra Udc e Pdl, e la sconfitta di Rita Borsellino alle primarie del Pd hanno cambiato tutto. Prima vinceva, con il 50 per cento, il Pd. Adesso la situazione tra centrosinistra e centrodestra è di sostanziale parità. E la candidatura a sinistra di Leoluca Orlando, in concorrenza col Pd di Fabrizio Ferrandelli, favorisce il centrodestra”. Massimo Costa, candidato di Alfano e Casini, ora potrebbe anche vincere.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.