Cade la versione di Parigi
Bienvenue, al Qaida en France… adieu, “loup solitaire”. La prova video
A nove giorni dalla strage nella scuola ebraica di Tolosa, la versione data dal governo francese, quella di un “lupo solitario difficilmente individuabile”, “che si è radicalizzato da solo guardando video su Internet” e “che non è in contatto né è stato addestrato da un gruppo jihadista” subisce un altro colpo disastroso. La rete satellitare del Qatar, al Jazeera, ha ricevuto e consegnato alla polizia i video ripresi da Mohammed Merah durante le uccisioni con una telecamera che si era fissato al petto.
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A nove giorni dalla strage nella scuola ebraica di Tolosa, la versione data dal governo francese, quella di un “lupo solitario difficilmente individuabile”, “che si è radicalizzato da solo guardando video su Internet” e “che non è in contatto né è stato addestrato da un gruppo jihadista” subisce un altro colpo disastroso. La rete satellitare del Qatar, al Jazeera, ha ricevuto e consegnato alla polizia i video ripresi da Mohammed Merah durante le uccisioni con una telecamera che si era fissato al petto. Non si conosceva quasi nulla del contenuto delle riprese, anche se erano trapelate alcune indiscrezioni: si sapeva che Merah ha urlato “voi uccidete i miei fratelli in Afghanistan e io ora uccido voi” aggredendo i soldati francesi e che durante la strage alla scuola ebraica avrebbe trattenuto una bambina per i capelli, mentre cambiava il caricatore alla pistola, prima di ucciderla.
Ieri Zied Tarrouche, capo della redazione parigina di al Jazeera a cui il video è stato recapitato con una chiavetta Usb, l’ha descritto brevemente. Il titolo è “Al Qaida attacca la Francia”, dura 20 minuti, “è prodotto veramente bene”, “non è un filmato confuso e a bassa definizione, l’editing è da professionisti, con musica inserita tra gli eventi”. Contiene riprese di tutti gli attacchi, “l’uccisione del primo soldato, l’attacco contro gli altri tre e infine l’attacco contro la scuola, si sente la voce dell’assassino, si sentono anche le urla delle vittime”, c’è un misto di letture coraniche e proclami del jihad. Allegata c’era anche una lettera di rivendicazione, scritta con qualche errore di ortografia, non in arabo ma in francese. Secondo fonti della polizia che hanno parlato a France Presse il video è stato spedito mercoledì scorso per posta da qualcuno “che non era Merah”, perché i tempi non coincidono con quelli del suo assedio.
L’editing professionale del video, la spedizione (se sarà verificata l’incompatibilità con quanto nel frattempo accadeva a Merah), i viaggi in oriente del francese, la conferma arrivata dai talebani del Pakistan sul suo addestramento: cade la prima versione governativa.
Ieri Bernard Squarcini, uomo del presidente Nicolas Sarkozy e capo della Dcri, la direzione dei servizi francesi che si occupa di controspionaggio e lotta al terrorismo, ha detto all’agenzia Afp che “Merah non era un informatore dei servizi interni, né di un’altra agenzia d’intelligence francese o straniera”. Anche questa versione potrebbe cedere. Ieri Yves Bonnet, ex capo della Direction de la Surveillance du Territoire, l’agenzia di intelligence che è poi stata sostituita dalla Dcri, ha rilasciato un’intervista in cui sostiene di essere convinto che Merah avesse contatti con la stessa Dcri e che ci fosse un agente incaricato di gestire i rapporti con il giovane estremista, come scritto sul Foglio di venerdì scorso. “Personalmente credo che il ragazzo ha avuto ovviamente rapporti con la Dcri, come abbiamo appreso dalle dichiarazioni dello stesso Bernard Squarcini. Vale a dire che aveva un referente nell’intelligence interna. Lo chiamano ‘referente’, lo chiamano ‘case officer’… non saprei fino a che punto si spingessero questi rapporti, questa ‘collaborazione’ con il servizio, ma si può chiedere a questo proposito”.
Ieri, dopo che è circolata la notizia che al Jazeera aveva il video di Merah, la Francia è rimasta come sospesa in un dramma nazionale. Il presidente Sarkozy ha chiesto che il video non fosse trasmesso. La madre di un soldato ucciso ha “implorato” la rete del Qatar di non diffondere le immagini. L’ufficio di Parigi s’è consultato a lungo con la direzione a Doha, in Qatar e, dopo ore di suspense e di probabili considerazioni sulla possibilità che il filmato fosse in mano anche a reti rivali o a siti jihadisti, passato mezzogiorno ha annunciato che “secondo il nostro codice etico, non pubblicheremo il video”. E’ verosimile che ci siano altre copie in circolazione, se non altro perché è passato attraverso diverse fasi di lavorazione.
E’ la prima volta che al Jazeera porta alle autorità un file ricevuto da jihadisti, ma non la prima che rifiuta di diffondere il contenuto. Se l’avesse pubblicato, in questo caso, avrebbe fatto post mortem il gioco dello stragista Merah, che su Internet è già idolatrato da decine di siti islamisti.
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