La sconfitta di Tzipi Livni è il tramonto di Kadima
Con la sconfitta di Tzipi Livni nelle primarie (vinte con il 62 per cento dall’ex ministro della Difesa, Shaul Mofaz), per la guida di Kadima, il partito centrista fondato nel 2005 da Ariel Sharon, tramonta anche un progetto che sette anni fa destabilizzò e sconvolse la politica israeliana. Sharon, l’uomo delle Forze armate, del pugno di ferro a Sabra e Shatila, il comandante di una divisione corazzata durante la Guerra dei Sei giorni, abbandonò il Likud insieme a esponenti di spicco del partito.
Con la sconfitta di Tzipi Livni nelle primarie (vinte con il 62 per cento dall’ex ministro della Difesa, Shaul Mofaz), per la guida di Kadima, il partito centrista fondato nel 2005 da Ariel Sharon, tramonta anche un progetto che sette anni fa destabilizzò e sconvolse la politica israeliana. Sharon, l’uomo delle Forze armate, del pugno di ferro a Sabra e Shatila, il comandante di una divisione corazzata durante la Guerra dei Sei giorni, abbandonò il Likud insieme a esponenti di spicco del partito (tra cui Livni e Mofaz) per dar vita a una nuova formazione di centro, aperta a possibili alleanze con la sinistra e, soprattutto, favorevole al ritiro unilaterale israeliano da Gaza.
La sconfitta di Livni è la sconfitta della linea originaria di Kadima: mentre l’ex ministro degli Esteri (seconda donna dopo Golda Meir a ricoprire tale carica in un governo di Gerusalemme) è contraria a scendere a patti con la destra religiosa, ostacolo insormontabile per l’elaborazione di un nuovo piano di pace, Mofaz è invece ben disposto ad allacciare legami con l’area politica religiosa ebraica. L’ex ministro della Difesa, generale con un lungo curriculum nelle Forze armate (è stato anche capo di Stato Maggiore), si prepara alla battaglia in vista delle elezioni del 2013. L’obiettivo è “sconfiggere Netanyahu” e “diventare il prossimo premier”, anche se i sondaggi prevedono oggi una perdita consistente di seggi per Kadima (c’è anche l’incognita dell’ex presentatore televisivo Yair Lapid, che ha già annunciato la propria discesa in campo). Non se la passa meglio la sinistra, con il Labor (dal quale se n’è andato anche Barak) ormai del tutto assente dal dibattito politico.
C’è incertezza su ciò che farà ora Tzipi Livni: a Gerusalemme si dice che l’ex agente del Mossad, definita da Time nel 2007 “una delle donne che hanno trasformato il Mondo”, potrebbe ritirarsi a vita privata non prendendo parte a quella che si preannuncia come una sfida tutta a destra tra il Likud e i falchi di Kadima.
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