Ancora tensione in Siria, si spara sui confini con Libano e Turchia
Cresce la tensione tra Turchia e Siria dopo che nella notte le Forze armate di Damasco hanno aperto il fuoco contro un campo profughi a Kilis, città dell’Anatolia sud-orientale. Un traduttore turco e tre rifugiati siriani sono rimasti feriti. L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che sei guardie di frontiera sono state uccise in seguito a un raid dell’Esercito di Assad contro i ribelli al confine con la Turchia, nella provincia di Aleppo.
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Cresce la tensione tra Turchia e Siria dopo che nella notte le Forze armate di Damasco hanno aperto il fuoco contro un campo profughi a Kilis, città dell’Anatolia sud-orientale. Un traduttore turco e tre rifugiati siriani sono rimasti feriti. L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che sei guardie di frontiera sono state uccise in seguito a un raid dell’Esercito di Assad contro i ribelli al confine con la Turchia, nella provincia di Aleppo. Il ministero degli Esteri turco ha chiesto all’incaricato d’affari di Damasco di attivarsi affinchè “le forze siriane smettano immediatamente di sparare”. Scontri tra i lealisti e l’Esercito libero sono avvenuti anche in prossimità della frontiera con il Libano. Ieri, le autorità siriane avevano annunciato che non avrebbero ritirato le truppe dai centri abitati (come stabilito dal piano presentato da Kofi Annan e accettato da Assad) “finché non si avranno garanzie scritte dai gruppi terroristi armati sulla loro volontà di deporre le armi”. I ribelli hanno rigettato la richiesta, definendola “inaccettabile” e accusando il rais di puntare a far fallire la mediazione di Annan.
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