Piccole creative sottomissioni
Le fantasie sessuali delle donne in carriera secondo Newsweek
Quando qualcuno domandò a Simone de Beauvoir se la sua sottomissione a Jean Paul Sartre nella vita privata non fosse in contrasto con le teorie del femminismo, lei rispose: “Non me ne frega niente”. La vita intima sfugge spesso alle convinzioni, alle idee e alle conquiste sociali, e anzi succede di aver voglia di trasgredire e ribaltare tutto. Le ragazze moderne, quelle della nuova serie americana “Girls”, di Lena Dunham, e soprattutto quelle in carriera, con figli, denaro e potere indagate dall’ultima copertina di Newsweek (una donna nuda e bendata), si annoiano molto, a letto, con i postfemministi.
Quando qualcuno domandò a Simone de Beauvoir se la sua sottomissione a Jean Paul Sartre nella vita privata non fosse in contrasto con le teorie del femminismo, lei rispose: “Non me ne frega niente”. La vita intima sfugge spesso alle convinzioni, alle idee e alle conquiste sociali, e anzi succede di aver voglia di trasgredire e ribaltare tutto. Le ragazze moderne, quelle della nuova serie americana “Girls”, di Lena Dunham, e soprattutto quelle in carriera, con figli, denaro e potere indagate dall’ultima copertina di Newsweek (una donna nuda e bendata), si annoiano molto, a letto, con i postfemministi. Che chiedono: cosa preferisci, cara? Dimmi, ti prego, se ti senti in qualche modo offesa nella tua dignità dal mio impeto di maschio. Ma anche i fidanzatini dolci, sensibili e premurosi, hanno il destino segnato: verranno sostituiti, almeno nelle fantasie, come accade in una puntata di “Girls”, da tizi arroganti che, poco dopo le presentazioni, mettono in chiaro un dettaglio: a letto ti farò paura. “Se vieni da me ti lego e ti tengo qui per tre giorni. Ho questo tipo di stato d’animo”. Lei, ventenne newyorchese, ci va, naturalmente. Torna e racconta all’amico gay che ha permesso che lui tenesse il controllo totale, anche brutale. Non è il principe azzurro, non è quello che queste ragazze ambiziose e liberissime stanno cercando, ma è ciò che Newsweek definisce “una piccola creativa sottomissione”.
Non è nemmeno una novità, come scriveva Sylvia Plath, “Ogni donna ama un fascista/lo scarpone sulla faccia, il brutale/cuore di un bruto a te uguale”, ma Newsweek mette in relazione il momento di grande esplosione femminile (nel lavoro, nell’istruzione, nella possibilità di guadagnare più dei mariti, spesso, e di avere figli senza preoccuparsi di avere un uomo), con la fantasia di essere dominate, comandate, anche se soltanto a letto. Mai state così poco sottomesse, così poco dipendenti, quindi desiderose, a volte, di liberarsi del controllo di tutto, per un tempo segreto che non va raccontato. “Perché è così interessante arrendersi, o giocare ad arrendersi?”. Forse perché il potere non è sempre così divertente, così interessante, anzi può essere molto noioso, se esercitato senza pause, la guerra non è più tanto eccitante se la si vince sempre e ovunque. E l’uguaglianza è qualcosa di ovvio, giustissimo, indispensabile, ma che le donne non pretendono proprio sempre, o almeno non dappertutto. Già si sono rassegnate a corteggiare, inseguire, conquistare, sposare, lasciare. Desiderare un bruto cuore brutale, scrive Katie Roiphe di Newsweek, è come prendersi una vacanza dal duro lavoro della parità, scappare in un altro mondo, dove decide tutto qualcun altro. Il richiamo è irrazionale, non c’entra nulla chi si è nella vita, beneducati, correttissimi, un buon lavoro, una voce flautata, l’impegno civile. E’ una cosa mentale, che solletica, pare, il cinquantasette per cento delle donne. “Farò tutto quello che vuoi” potrebbe essere però anche l’ultima generosa possibilità di illudere gli uomini che non perderanno mai il potere.
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