La rivolta in Bahrein si risveglia con la Formula 1
Domenica si terrà il Gran premio di Formula 1 del Bahrein, salvo cancellazioni dell’ultimo minuto come accaduto lo scorso anno. Alla vigilia dell’appuntamento sportivo più atteso nel regno del Golfo, infatti, un rapporto di Amnesty International ha bocciato i lavori della commissione di inchiesta sulle violenze commesse nel paese nel corso del 2011.
Domenica si terrà il Gran premio di Formula 1 del Bahrein, salvo cancellazioni dell’ultimo minuto come accaduto lo scorso anno. Alla vigilia dell’appuntamento sportivo più atteso nel regno del Golfo, infatti, un rapporto di Amnesty International ha bocciato i lavori della commissione di inchiesta sulle violenze commesse nel paese nel corso del 2011. A novembre, il re Hamad bin al Khalifa aveva commissionato a un gruppo indipendente di osservatori internazionali un’indagine per far luce sulle denunce di abusi e torture sui manifestanti (per lo più giovani) che erano scesi in piazza chiedendo riforme politiche e sociali. Il regime aveva risposto con raffiche di arresti, coprifuoco nella capitale Manama e con restrizioni a Internet.
Nonostante l’intervento dell’Arabia Saudita a difesa di al Khalifa le proteste non si sono fermate. La scorsa settimana, violenti scontri si sono registrati a Manama tra manifestanti e forze dell’ordine: un giovane sarebbe stato torturato per ore dagli apparati di sicurezza governativi. “Il re si è preso gioco della comunità internazionale”, dicono gli oppositori del regime, chiedendo al gran capo della Formula 1, Bernie Ecclestone, di stare al largo dal Bahrein e di isolare il regime. L’anno scorso, dopo continui rinvii, l’appuntamento (che avrebbe dovuto aprire il campionato) fu cancellato.
Oggi sembra che Ecclestone sia deciso ad andare avanti, nonostante le proteste e la minaccia di boicottaggio crescano di giorno in giorno. I muri di Manama sono coperti da murales contro la Formula 1 e il suo circo mediatico: mitra e sangue sono accostati al logo ufficiale della competizione. “Domenica tutti gli occhi saranno puntati sulla pista e sulle auto, ma nessuno si illuda che la crisi dei diritti umani sia passata”, dice Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. A conferma delle preoccupazioni, dall’opposizione si fa sapere che nelle ultime settimane “almeno 60 tra gli attivisti sciiti più in vista sono stati arrestati per prevenire disordini o gesti clamorosi nei giorni del Gran premio”.
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