La missione possibile di Sarkozy
Nicolas Sarkozy ha perso il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, ma da come lui e il suo sfidante François Hollande sono saliti sul palco per commentare a caldo i risultati elettorali, sembrava che Sarko avesse trionfato. Sguardo fiero, sorridente, sereno e rilassato, il presidente uscente ha voluto ringraziare i suoi sostenitori per “aver resistito a tutto, per aver smentito le previsioni più fosche e per aver dimostrato un grande coraggio”.
Nicolas Sarkozy ha perso il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, ma da come lui e il suo sfidante François Hollande sono saliti sul palco per commentare a caldo i risultati elettorali, sembrava che Sarko avesse trionfato. Sguardo fiero, sorridente, sereno e rilassato, il presidente uscente ha voluto ringraziare i suoi sostenitori per “aver resistito a tutto, per aver smentito le previsioni più fosche e per aver dimostrato un grande coraggio”. E’ consapevole, Sarkozy, che il voto di ieri avrebbe potuto rappresentare per lui un avviso di sfratto dall’Eliseo: sondaggi, commenti e analisi per settimane avevano assicurato che la debacle del candidato dell’Ump sarebbe stata più che certa, che la sinistra di Hollande e Mélenchon avrebbe ipotecato già dal primo turno la presidenza. Non è andata così, la partita è finita in sostanziale parità e i giochi rimangono aperti.
A destra, però, c’è un problema: Marine Le Pen è andata bene, probabilmente troppo secondo gli scenari ipotizzati dagli strateghi di Sarkozy. E’ un voto di protesta, di delusione per il quinquennio dell’uomo che nel 2007 prometteva che “insieme tutto diventa possibile”. Il risultato della candidata del Front Nationale rappresenta la sconfitta della fedele Emmanuelle Mignon e, soprattutto di Claude Guéant, incaricati di svuotare il serbatoio elettorale di Le Pen e farlo confluire sul presidente uscente. Un po’ come accaduto cinque anni fa, quando Sarkozy riuscì a rendere inoffensiva l’estrema destra raccogliendone i voti. La situazione è diversa rispetto ad allora: c’è la crisi economica e un intero mandato presidenziale che viene sottoposto al giudizio degli elettori. Nel 2007 il giovane ministro dell’Interno prometteva il cambiamento rispetto al passato, rispetto al vecchio Chirac. Scaldava le folle, faceva emozionare, incarnava l’idea di una Francia diversa, moderna, liberale . Oggi è più debole, deve giustificare errori e manchevolezze. Propone tre faccia a faccia televisivi con Hollande per tentare di metterne in luce i punti deboli e l’inadeguatezza a guidare il paese, sulla falsa riga di quanto accadde nell’ultimo confronto televisivo prima del ballottaggio con Ségoléne Royal: un tranquillo e “presidenziale” Sarko conteneva gli attacchi della candidata socialista dicendo in continuazione, sorridendo, “Madame, stia calma”.
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