Così LCdM sta facendo partire il treno politico di IF nelle città del nord

Michele Arnese

Altro che marketing. Altro che fenomeno mediatico. Altro che progetto elitario. Ai vertici di ItaliaFutura (IF), il pensatoio montezemoliano ormai trasformato in movimento politico, tra una stilettata al Pd per eccesso di hollandismo e una bacchettata al partito della nazione vagheggiato dal Terzo polo casiniano, la macchina organizzativa di IF prevede che entro giugno in tutte le regioni ci siano sedi e coordinamenti di ItaliaFutura. Si vedrà.

    Altro che marketing. Altro che fenomeno mediatico. Altro che progetto elitario. Ai vertici di ItaliaFutura (IF), il pensatoio montezemoliano ormai trasformato in movimento politico, tra una stilettata al Pd per eccesso di hollandismo e una bacchettata al partito della nazione vagheggiato dal Terzo polo casiniano, la macchina organizzativa di IF prevede che entro giugno in tutte le regioni ci siano sedi e coordinamenti di ItaliaFutura. Si vedrà.

    A dire il vero, nello scorso ottobre dal think tank culturale (“non chiamatelo movimento o partito, è un advocacy group”, diceva lo storico Andrea Romano, una delle tre teste d’uovo del pensatoio con il manager-intellettuale Carlo Calenda e l’economista Nicola Rossi) si assicurava: entro la fine dell’anno (2011) avremo almeno una sede in ogni regione. Evidentemente la parentesi del governo di Mario Monti ha rallentato il treno di IF. Adesso però anche nelle maggiori regioni, dove il movimento non era strutturato, i montezemoliani si stanno radicando. “Siamo arrivati a 40 mila iscritti, prevalentemente on line”, spiega ai collaboratori Simone Perillo, responsabile dello sviluppo territoriale di ItaliaFutura, master alla London School of Economics, poi vicedirettore Affari internazionali di Confindustria e segretario generale della Fota (Formula One Teams Association). E come in altre regioni, al vertice ci sono professionisti, imprenditori, professori ma qualche politico deluso in particolare dal Pdl e dal Pd.’

    A Torino il prossimo 3 maggio i montezemoliani si ritroveranno da un notaio a formalizzare la costituzione dell’associazione regionale. IF Piemonte è presieduta da Cinzia Pecchio, manager dell’azienda agricola Fantolino. Direttore è Mariano Rabino di Alba, funzionario di banca, già consigliere regionale del Pd che ha abbandonato il partito di Bersani per aderire a Verso nord, movimento ai primordi cacciariano e che ora sta confluendo in larga parte in IF. Una figura di spicco per i montezemoliani in Piemonte è Gianluca Susta, già sindaco di Biella, poi europarlamentare ex pd. I 3.500 aderenti piemontesi si divideranno in 50 coordinamenti in tutta la regione.

    Anche in Veneto i vertici di ItaliaFutura ricalcano i profili tipici dei montezemoliani. I coordinatori regionali sono Andrea Causin (eletto in regione nel Pd, oggi nel gruppo misto, con un passato nelle Acli), Manfredi Ravetto (ex manager della Formula 1) e Jacopo Silva (ex presidente di Confindustria Giovani Padova).

    Lo schema si ripete, seppure diversamente, in Lombardia: dalla scorsa settimana c’è un comitato promotore che vede al vertice Alberto Fontana, nel cda di Telethon, esponente del volontariato no profit e cattolico, e come coordinatore organizzativo un partner dello studio legale Carnelutti che si occupa di fusioni e acquisizioni. Il coordinatore si chiama Nicolò Bastianini, in passato nella Gioventù liberale, poi capo degli affari legali e societari del comitato organizzatore di Italia ’90. Insomma, un montezemoliano doc. Dal vertice di ItaliaFutura si assicura che presto saranno ufficializzate adesioni di personalità note di spessore anche in Lombardia. “Ma nessun politico in attività – si dice a Milano – anche se in molti vorrebbero entrare. Entro l’estate l’associazione avrà sedi in tutte le province”.

    Al momento tra i promotori spicca Sergio Scalpelli, direttore delle relazioni istituzionali di Fastweb, che si occuperà in particolare di Milano. A presidiare Cremona è invece Roberto Maria Dall’Olmo, consulente di uno studio legale. Sono di Monza invece Romano Perissinotto, ceo per il Sud Europa di Pr Capital Management, uno dei principali fondi di investimento di diritto anglosassone di venture capital, e l’imprenditore Marco Colombo. Como è seguita dall’ex segretario provinciale del Pd, Luca Corvi. A Lecco con tutta probabilità ci sarà l’imprenditrice, ex presidente degli industriali locali, Rossella Sirtori. Un altro ex confindustriale ha il compito di diffondere il verbo liberale e liberista di LCdM a Bergamo: si chiama Gianmarco Gabrieli, è del ‘74, su Twitter si definisce “imprenditore di Green Cloud al Kilometro Rosso, passato nei giovani di Confindustria, appassionato di politica costruisco I’ItaliaFutura”.

    Kilometro Rosso è il parco tecnologico della Brembo di Alberto Bombassei, che LCdM ha sostenuto al vertice di Confindustria, ma a succedere a Emma Marcegaglia sarà Giorgio Squinzi, patron di Mapei. “Vedrete, bombasseiani e abetiani presto si riuniranno”, dice un montezemoliano. Luigi Abete, infatti, ha sostenuto Squinzi.La prossima apertura di IF sarà con tutta probabilità proprio nel Lazio e a Roma. Collaborazione in vista tra Abete e LCdM?