Il Capitale Erotico
Il sociologo Pierre Bourdieu aveva definito, negli anni Ottanta, le tre risorse personali di un individuo: capitale economico, capitale umano, capitale sociale. Denaro, istruzione, risorse, competenze, amicizie, contatti, sono i fattori che costruiscono e differenziano le nostre vite. Catherine Hakim, sociologa della London School of Economics, ha aggiunto una quarta risorsa, che esorta a coltivare senza imbarazzo: il capitale erotico. Inteso come bellezza, eleganza, vitalità, fascino e richiamo sessuale.
Il sociologo Pierre Bourdieu aveva definito, negli anni Ottanta, le tre risorse personali di un individuo: capitale economico, capitale umano, capitale sociale. Denaro, istruzione, risorse, competenze, amicizie, contatti, sono i fattori che costruiscono e differenziano le nostre vite. Catherine Hakim, sociologa della London School of Economics, ha aggiunto una quarta risorsa, che esorta a coltivare senza imbarazzo: il capitale erotico. Inteso come bellezza, eleganza, vitalità, fascino e richiamo sessuale. L’ha esaminato seriamente, dal punto di vista economico, in un saggio, “Honey Money” (uscirà nei prossimi giorni per Mondadori), che in Inghilterra è stato criticato per la sfacciataggine e che il Sunday Times ha consigliato di non comprare e anzi di nascondere, in libreria, dietro un manuale di giardinaggio: secondo Catherine Hakim le femministe tradizionali non sono state capaci di liberarsi di valori maschilisti, che sminuiscono per ipocrisia il valore del capitale erotico femminile, limitano la libertà delle donne e non le incoraggiano a reclamare ciò che è giusto: un aumento di stipendio, ad esempio. Sostiene Hakim che la disparità dei compensi sia dovuta soprattutto al fatto che le giovani donne accettano graziosamente ciò che viene loro proposto, senza chiedere, a differenza degli uomini abituati a pretendere ogni giorno qualcosa. Ma, se raggiungono posti di potere, sono circondate dal sospetto malevolo di avere messo a frutto il proprio capitale erotico.
Barack Obama si è servito anche del suo capitale erotico, nel senso di bellezza, eleganza, fascino, per vincere le elezioni americane. E François Hollande si è disperatamente impegnato a perdere quindici chili con la dieta Dukan per battere Nicolas Sarkozy, e adesso è magro e molle. Ma quando si parla di donne, scrive Hakim (capelli rossi e aria un po’ arcigna), il potere sessuale viene discriminato e disprezzato, perché la rivoluzione sessuale, invece di liberarlo, l’ha svalutato. Lucy Kellaway del Financial Times ha scritto che Hakim ha ragione su un punto fondamentale: le donne anglosassoni sono cresciute pensando che la bellezza fosse il parente povero del cervello, unico fattore ostentabile e hanno dimenticato come non ci si veste e come non ci si pettina, mentre le francesi sanno gestire senza sensi di colpa l’importanza del quarto capitale. “L’ubiquità delle immagini erotiche nelle pubblicità provoca adesso l’ira delle femministe al pari delle rappresentazioni di felicità domestiche delle casalinghe dei decenni scorsi”. Hakim, se non si fosse capito, è per l’assoluto libero scambio di capitali, ma ammette almeno che la percezione di questo scambio è molto diversa per gli uomini e per le donne, e non solo a causa dell’influenza femminista. Cita “Io e Annie”, di Woody Allen: la scena in cui lo schermo è diviso in due parti, nelle quali si confrontano i dialoghi della coppia con i rispettivi analisti a proposito della loro relazione. Alla domanda: “Con che frequenza andate a letto insieme?”, Woody Allen risponde in tono mesto: “Quasi mai. Forse tre volte alla settimana”. Nell’altra metà dello schermo il terapeuta fa la stessa domanda ad Annie Hall e Annie risponde, irritata: “Continuamente. Direi tre volte alla settimana”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano