Guarda il video della testimonianza sul caso Leveson

I Murdoch mandano nel caos il governo inglese

Paola Peduzzi

Fare giornali che suscitino interesse (ah, sì, e poi cercare di dire la verità), avere rapporti con i politici senza mai essere nella posizione di chi chiede, avere rapporti decorosi con la leadership politica senza mai affezionarsi troppo, vendere più degli altri, sempre e comunque. Il mondo secondo Rupert Murdoch è di una chiarezza disarmante, se si pensa che lui è il re dei media del mondo anglosassone, con una special relationship con il Regno Unito, il suo primo amore dopo la gavetta australiana.

    Fare giornali che suscitino interesse (ah, sì, e poi cercare di dire la verità), avere rapporti con i politici senza mai essere nella posizione di chi chiede, avere rapporti decorosi con la leadership politica senza mai affezionarsi troppo, vendere più degli altri, sempre e comunque. Il mondo secondo Rupert Murdoch è di una chiarezza disarmante, se si pensa che lui è il re dei media del mondo anglosassone, con una special relationship con il Regno Unito, il suo primo amore dopo la gavetta australiana, il primo mercato in cui Murdoch è diventato Murdoch. Davanti alla commissione che indaga sugli scandali delle intercettazioni illegali del gruppo News International, filiale britannica di News Corp., ieri Rupert non era affatto il vecchietto confuso che era sembrato l’anno scorso (è chiaro che allora bluffava): ha spiegato i suoi rapporti con i governi inglesi, dalla Thatcher a oggi, con la consapevolezza che le cose vanno così, in tutto il mondo con tutti i governi, voi che vi scandalizzate non avete capito nulla. Non c’era cinismo nella sua voce, c’era piuttosto quella perfidia priva di malizia che soltanto i personaggi di grande successo e di grande talento e di grande potere sanno avere. In uno scambio che andrebbe scolpito nella pietra, Murdoch ha chiarito come sono i rapporti tra media e politica, nel Regno Unito. Si era appena parlato dell’incontro con Cameron su uno yacht, nel 2008, incontro che Rupert non ricordava nemmeno, “ma mia moglie sì”: “I politici fanno cose matte per impressionare chi lavora nei media e non mi ricordo di aver discusso temi importanti con lui. Possiamo aver toccato qualche argomento di natura politica, ma non è stato un incontro lungo. Non me lo ricordo nemmeno, davvero. Ma fa parte del processo democratico. Tutti i politici di tutte le parti amano esporre le loro idee per bene ai direttori o agli editori, perché sperano di essere messi in mezzo, sperano di fare bella impressione – il gioco è questo. Di certo vogliono che noi riportiamo le loro idee in modo favorevole. Penso sia normale. E’ così per tutti. Siamo fortunati che in questo paese ci siano dieci vibranti quotidiani che tengono vivo il dibattito”.

    Nel gioco di Murdoch è rimasto impigliato Adam Smith, consigliere speciale del ministro della Cultura Jeremy Hunt, che era stato l’oggetto della testimonianza di James Murdoch, due giorni fa. Smith si è dimesso – “lo scudo umano di Hunt”, si dice a Westminster – dopo che sono stati resi pubblici i rapporti troppo confidenziali con Fred Michel, il francese che, per il gruppo, teneva i contatti con il governo per ottenere la proprietà del canale BSKYB. I laburisti non s’accontentano, vogliono la testa di Hunt, e in questo spettacolo di vendetta e verità si ritrovano a sperare che i Murdoch non smettano mai di parlare – soprattutto quando Rupert dice di “essere rimasto sorpreso come chiunque” per il ruolo nel governo di Andy Coulson, ex direttore di News of the World finito in carcere per lo scandalo delle intercettazioni. Murdoch ha ammesso molti errori, ma ha soprattutto attaccato. Con una certezza: “Non ho mai chiesto niente a un primo ministro”. Ha ricevuto senza chiedere: questo è l’incubo di Cameron. E oggi si ricomincia.

     

    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi