Cosa non deve esserci nella casa di un uomo
Lo stenditoio con i calzini rinsecchiti al centro del salotto. Un unico piatto sporchissimo, stratificato, nel lavello. Un cassetto pieno di pigiami di flanella e di camicie di Paperino. Le foto della mamma anche in bagno. La crema che sgonfia le borse sotto gli occhi. La lista delle cose che si spera di non trovare quando si entra, di solito di notte, nell’appartamento di un uomo (oltre a una donna sotto la doccia, o a dei coinquilini in mutande che guardano un film porno) è lunga, ma ci sono cose che è meglio scoprire subito, ad esempio se si fa la piastra ai capelli e se ha lenzuola con i gattini.
Lo stenditoio con i calzini rinsecchiti al centro del salotto. Un unico piatto sporchissimo, stratificato, nel lavello. Un cassetto pieno di pigiami di flanella e di camicie di Paperino. Le foto della mamma anche in bagno. La crema che sgonfia le borse sotto gli occhi. La lista delle cose che si spera di non trovare quando si entra, di solito di notte, nell’appartamento di un uomo (oltre a una donna sotto la doccia, o a dei coinquilini in mutande che guardano un film porno) è lunga, ma ci sono cose che è meglio scoprire subito, ad esempio se si fa la piastra ai capelli e se ha lenzuola con i gattini. Dopo aver cercato per la seconda parte della notte prove dell’esistenza di un’altra donna, si accoglierà l’alba rovistando ovunque, mentre lui russa, senza tralasciare la scatola ricordo con i dentini da latte (non un bel segno) e il cassetto della verdura in frigorifero, che per escludere nevrosi dovrebbe essere mediamente ammuffito, con al massimo una busta d’insalata scaduta, a meno che non vogliate essere messe a dieta anche da un maschio eterosessuale.
L’Huffington Post ha lanciato una specie di sondaggio su cosa dovrebbe necessariamente esserci nella casa di un uomo (apparentemente single, divorziato, spretato, insomma sul mercato) affinché una donna esca da lì, la mattina dopo, soddisfatta, immaginando già una serie di piccoli lavori di ristrutturazione che seguirà personalmente nei mesi precedenti il matrimonio. In cima alla classifica dei desideri, oltre agli asciugamani puliti e a una libreria non piena soltanto di modellini di automobili e foto di ex fidanzate in bikini, c’è una pila di “New Yorker” accanto al divano, meglio se con etichetta con nome che provi l’esistenza di un abbonamento (molte hanno replicato che non sono affatto snob, si accontenterebbero di un bagno vagamente igienizzato e di un vero letto con lenzuola e cuscini, e subito un uomo ha scritto: perché voi donne siete così dannatamente materialiste? un altro: il bagno pulito? la cartigienica a tre strati? è roba così gay). In effetti certe pretese, come quella di piante ancora in vita, lavandino senza resti di barba, un frigorifero con dentro cibo sano e almeno un mobile non Ikea, sembrano eccessive. State cercando un uomo o Bree Van de Kamp? L’appartamento di un uomo, nella storiografia classica, doveva suscitare il desiderio crocerossino di cura: io ti salverò, io ti cucinerò, io ti arrederò, io ti libererò dai cartoni della pizza. Invece adesso alla casa di un uomo si chiede: rassicurami, fammi vedere dov’è l’iPad, dammi la connessione wireless, lasciami guardare che marca di birra tieni in frigo, posso usare il tuo bagnoschiuma ai fiori di loto?
L’istinto di cura ha lasciato il posto a un più sano senso dell’autoconservazione e dello sfruttamento, per cui è probabile che non si entrerà una seconda volta in un appartamento con teste di animali impagliati alle pareti, troppe pillole blu sul comodino, pesci tropicali agonizzanti e molti cadaveri negli angoli a forma di mucchietti di biancheria sporca. Si consiglia di diffidare anche delle cravatte hawaiane in bell’ordine, della dispensa colma di preparati proteici per una dieta perenne, dei cassetti pieni di mutande Spanx e in genere delle case abitate a loro insaputa.
Il Foglio sportivo - in corpore sano