A spasso per Cartagena, la città dello scandalo sessuale degli 007 di Obama
“Gli Stati Uniti devono chiedere ulteriori scuse. Sono necessarie e glielo ho fatto sapere alla Casa Bianca. Ci vuole un’espressione più chiara per proteggere la reputazione di Cartagena per alcuni fatti disciplinari che sono un problema interno loro. Gli Stati Uniti ancora non hanno inteso le conseguenze per l’immagine e la reputazione di Cartagena che ha avuto questo caso”, tuona l’ambasciatore di Colombia a Washington Gabriel Silva.
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“Gli Stati Uniti devono chiedere ulteriori scuse. Sono necessarie e glielo ho fatto sapere alla Casa Bianca. Ci vuole un’espressione più chiara per proteggere la reputazione di Cartagena per alcuni fatti disciplinari che sono un problema interno loro. Gli Stati Uniti ancora non hanno inteso le conseguenze per l’immagine e la reputazione di Cartagena che ha avuto questo caso”, tuona l’ambasciatore di Colombia a Washington Gabriel Silva. “Il sistema segreto americano deve pagare alla città un indennizzo economico per tutto il danno”, rincara Nausícrates Pérez, segretario di governo di Cartagena de Indias. Anche se poi il sindaco Campo Elías Terán Dix ha detto che le scuse di Obama possono essere accettate, se come risarcimento “la Cnn in tutti gli eventi e le strade di New York” si metteranno a promuovere la città. Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, prima meta turistica della Colombia, destinazione tradizionale di sposi in luna di miele da tutto il Sud America, location preferita dei film ambientati al tempo della colonia spagnola, sede di un festival del cinema e di un festival di musica, patria d’origine di quel ritmo della cumbia oggi esportato in tutto il mondo, luogo eletto per i cultori di un Gabriel García Márquez che iniziò a scrivere dal quotidiano cittadino “El Universal”. “Perla dei Caraibi”, “Bastione dei Caraibi”, “Venezia dei Caraibi”, come la descrivono le guide turistiche. “Ciudad Amurallada” e “Ciudad Heroica”, come la chiamano in Colombia: per la catena di fortezze cinquecentesche a picco sul mare che gli spagnoli costruirono per blindare la città dagli assalti dei pirati, e per gli innumerevoli assedi che dovette sostenere.
Insomma, una città d’arte tipo Firenze e Venezia, cui ora secondo il segretario di Governo “gli Stati Uniti devono offrire una riparazione, perché nella città non c’è spazio per la prostituzione”. Per la verità, forse perché è di Bogotá e donna il ministro degli Esteri colombiano María Ángela Holguín ammette che qualche prostituta a Cartagena c’è. Ma come dappertutto: “dove ci sono uomini, ci sono prostitute!”. Va detto che però anche al cartagenero d’elezione Gabriel García Márquez, che pure di prostitute ama riempire le sue storia e che a Cartagena ha ambientato ad esempio “L’amore al tempo del colera”, quando ha voluto ambientare in un bordello la sua “Memoria delle mie puttane tristi” ha preferito collocarlo nell’altra città portuale di Barranquilla (che è un po’ più a est, ed è dove è nata Shakira). Dania Londoño Suárez, si chiama la 24enne ragazza madre che ha scatenato lo scandalo internazionale, col litigare con un “cliente” che invece di 800 dollari voleva offrirgliene 30; che è poi risultato essere uno degli agenti di scorta a Obama; e che avrebbe poi “accordato” per 225 dollari: troppo tardi, però, perché l’affare non saltasse fuori. “Era la prima volta che le succedeva qualcosa del genere”, ha raccontato al New York Post il tassista che l’aveva portata a casa: ma l’abitazione era appunto in un quartiere di lusso, dove i vicini non avevano la minima idea della sua professione.
Anche l’Hotel Caribe, dove è avvenuto il fatidico litigio, è un posto di lusso. Non proprio al Centro Amurallado: la zona storica chiusa da bastioni del romagnolo Battista Antonelli, contro cui si infransero gli attacchi del pirata Francis Drake e dell’ammiraglio Vernon. Tuttora le mura a picco sul mare ne fanno il posto più sicuro di tutta la Colombia, dove è quasi impossibile entrare o uscire senza scampare agli eventuali controlli di sicurezza. E per questo fanno lì tutti i vertici internazionali. Il Caribe invece nella zona di Bocagrande, con la sua skyline stile Miami. Ma è una Miami costruita nel sito storico da cui il primo giugno 1533 passò il conquistador Don Pedro de Heredia per fondare la città sulla laguna in cui si entrava attraverso i tre bacini successivi sempre più piccoli e protetti che furono ribattezzati Bocagrande, Caldara e Bocachica. In fondo a quest’ultimo, una penisola sabbiosa legata alla terra da un istmo sottile lungo circa 150 passi, La Caleta, e per gli altri lati difesa dall’acqua. Una catena di 22 fortezze estese per 11 chilometri e con le mura appoggiate sulle spiagge di isole e penisole rese appunto Cartagena de Indias un baluardo inespugnabile, oltre che un gioiello architettonico. Da Bocagrande al Centro si va a piedi: passando in pochi minuti dai grattacieli e dalla spiaggia alle viuzze coloniali con le loro porte in legni pregiati e le loro finestre in ferro battuto. Al museo dell’oro, davanti alla cattedrale coi marmi italiani recuperati dal naufragio di una nave diretta a Lima e al cupo palazzo dell’Inquisizione. All’Università, con i freschi portici dal sapore di chiostro.
Basta quel poco, però, per ingannare la prospettiva.
Malgrado il milione e passa di abitanti, Cartagena ha dimensioni umane da paesone dove tutti conoscono tutti, e che al centro storico sono particolarmente evidenti, malgrado il sempre maggior numero di ricchi stranieri che, stile Trastevere, stan prendendo il posto dei vecchi popolani nelle case imbiancate di calce. Tra i venditori ambulanti del Portal de los Dulces, le carrozze a cavalli in cerca di turisti, gli artisti coi cavalletti appostati al Muelle de los Pegasos e i noleggiatori di barche dirette alle spiagge coralline dell’Arcipelago del Rosario. Al contrario, lo straniero magari mezzo ubriaco che sgomita nella folla cosmopolita di Bocagrande può avere magari la percezione di trovarsi in un luogo esotico, dove può fare quello che gli pare, che tanto nessuno lo conosce. Un errore talmente micidiale, che sta facendo tremare l’intero Secret Service degli Stati Uniti.
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