Quanto conta il duello in tv tra Sarkozy e Hollande

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Mancano poche ore al dibattito televisivo tra Nicolas Sarkozy e François Hollande. Domenica si voterà e il faccia a faccia di questa sera sarà l’unica possibilità per il presidente uscente di sfidare in diretta televisiva il candidato che al primo turno del 22 aprile ha ottenuto più voti. Sarko aveva proposto tre dibattiti, ma Hollande ha declinato l’offerta. “Il confronto di stasera avrà un’influenza marginale, come è sempre accaduto nella storia delle elezioni francesi”, dice Christophe Piar, docente a Sciences Po.

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    Mancano poche ore al dibattito televisivo tra Nicolas Sarkozy e François Hollande. Domenica si voterà e il faccia a faccia di questa sera sarà l’unica possibilità per il presidente uscente di sfidare in diretta televisiva il candidato che al primo turno del 22 aprile ha ottenuto più voti. Sarko aveva proposto tre dibattiti, ma Hollande ha declinato l’offerta. “Il confronto di stasera avrà un’influenza marginale, come è sempre accaduto nella storia delle elezioni francesi”, dice Christophe Piar, docente a Sciences Po. Concordano con lui politologi e sondaggisti, secondo i quali il tradizionale dibattito televisivo che precede il ballottaggio non sposta più di 200 o 300 mila voti. La storia e i precedenti lo insegnano.

    Anche quando la performance di uno dei candidati è deludente, il pubblico tende sempre a premiare chi al primo turno era risultato in testa, con l’eccezione del 1974: allora François Mitterrand  ebbe la meglio su Valéry Giscard d’Estaing nel faccia a faccia, ma al ballottaggio la spuntò quest’ultimo. “Più che cambiare le opinioni degli elettori, il dibattito non fa altro che confermare le scelte già prese al primo turno”, nota sul Monde Christian Delporte, esperto in comunicazione politica, che aggiunge come “il cittadino crede sempre che il proprio candidato sia stato il migliore, anche perché si sente dire esattamente ciò che desidera”. Il faccia a faccia, atteso dai media e dagli sfidanti, arriva troppo tardi, quando “l’80 per cento dell’elettorato ha già deciso se recarsi alle urne e, soprattutto, per chi votare”, aggiunge Delporte.

    Un effetto più tangibile è riscontrabile nei paesi dove il dibattito avviene con anticipo sul voto, come in Inghilterra: “Nel 2010, al termine del primo confronto tra Cameron, Brown e Clegg, tutti i sondaggi riscontrarono una crescita di 5 punti dei Liberaldemocratici poi effettivamente concretizzatasi nelle urne”, spiega Christophe Piar. Una novità, però, il dibattito di questa sera tra Sarkozy e Hollande potrebbe farla registrare: per la prima volta, più che al centro, gli sfidanti si contenderanno il voto della destra di Marine Le Pen, e questo potrebbe portare sia Sarkozy sia Hollande a evidenziare le proprie differenze.Con ogni probabilità, il ruolo del candidato tranquillo, sereno e forte che Sarkozy fece proprio nel 2007 contro una battagliera Ségolène Royal, questa volta sarà impersonato da Hollande.

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