Perché Samaras, il capo di Nuova democrazia, ha sbagliato i conti
E’ ambizioso Antonis Samaras, leader di Nuova democrazia. Ritiene di essere l’unico in grado di dirigere lo schieramento conservatore greco. Pur di diventare premier ha voluto con tutte le sue forze le elezioni di domenica. Le voleva a metà febbraio, le ha avute a maggio. In una campagna elettorale stonata e vuota ha chiesto il voto dei greci per ottenere la maggioranza assoluta. Ha incassato un disastro, elettorale e politico. Ha ottenuto appena il 19 per cento (contro il 33,4 per cento del 2009).
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Atene. E’ ambizioso Antonis Samaras, leader di Nuova democrazia. Ritiene di essere l’unico in grado di dirigere lo schieramento conservatore greco. Pur di diventare premier ha voluto con tutte le sue forze le elezioni di domenica. Le voleva a metà febbraio, le ha avute a maggio. In una campagna elettorale stonata e vuota ha chiesto il voto dei greci per ottenere la maggioranza assoluta. Ha incassato un disastro, elettorale e politico. Ha ottenuto appena il 19 per cento (contro il 33,4 per cento del 2009). Come primo partito ha diritto a 50 seggi premio. Ma anche così non dispone di nessuna maggioranza, neanche con gli alleati socialisti di ieri. E’ l’ambizione che ha portato al disastro il 60enne ma giovanile leader conservatore. Non aveva recepito d’aver suscitato profonde diffidenze in ogni direzione. Dopo aver combattuto (con scarsa generosità) le prime misure di austerità decretate dal governo socialista nel 2010, un anno dopo ha cambiato di colpo direzione e sostenuto, a novembre, il governo del tecnocrate Papademos e il secondo pacchetto di austerità, ancora più recessivo e ingiusto del primo. Mal consigliato dai suoi collaboratori e messo sotto pressione dal Ppe, ha sottovalutato la ribellione di 17 suoi deputati, subito espulsi e poi riammessi. Ma qualcuno non ha voluto tornare all’ovile, come il combattivo Panos Kammenos, che ha fondato il suo partito (Greci indipendenti) e ha incassato un bel 10,5 per cento. Lunedì, ottenuto il mandato per formare il nuovo governo, Samaras ha telefonato a Kammenos. Sono volati insulti. In una cosa Samaras ha ragione: il suo partito ha uno scarso personale politico, mentre abbondano gli affaristi, gli uomini dell’apparato, i vecchi tromboni. Come il presidente onorario di Nuova democrazia Kostas Mitsotakis, 94 anni, che ora passa per un vecchio saggio ma nel 1991, da premier, è stato protagonista di un duro scontro con Samaras, allora ministro degli Esteri. Era successo che, mentre i diplomatici greci disquisivano allegramente di moda e motori, anche la Macedonia yugoslava si distaccava da Belgrado.
Mitsotakis aveva cercato di liquidare il problema con oscure manovre diplomatiche. Samaras ci ha visto il trampolino di lancio per la sua carriera. Ha subito creato un amplissimo fronte che negava alla neonata Repubblica ex yugoslava il diritto di monopolizzare il nome storico della Macedonia. E’ stato espulso dal governo, ma il danno era fatto: il governo Mitsotakis si dimise dopo pochi mesi. Samaras ha fondato allora un suo partito, Primavera politica, arruolando Stathis Panagoulis, il fratello di Alekos, l’eroe della resistenza contro i colonnelli. Ma fu un insuccesso. Nel 2000 il movimento si sciolse e Samaras iniziò il percorso di riavvicinamento verso Nuova democrazia. All’inizio incappa nel veto della figlia di Mitsotakis, Dora Bakoyannis, allora ministro degli Esteri, ma poi la spunta. La resa dei conti ci sarà subito dopo la sconfitta di Nd nel 2009. Samaras sfida e sbaraglia la Bakoyannis nelle primarie, diventa presidente del partito, la Bakoyiannis se ne va e fonda Alleanza democratica, ora fuori dal Parlamento. Con l’espulsione della Bakoyannis è stata emarginata anche la corrente liberista del partito. Samaras infatti ha sempre preferito parlare di una “destra popolare”, con una forte partecipazione nel movimento sindacale e una discreta presenza dello stato nei “settori strategici” dell’economia (quelli che danno voti). Samaras ora è convinto che si andrà verso nuove elezioni anticipate a giugno e cerca di far convergere i voti di tutta la destra sulla sua persona. Operazione difficile, anche se l’ondata di voti a sinistra preoccupa i conservatori. Pur non appartenendo a nessuna dinastia politica, Samaras è nipote di due deputati conservatori e pronipote della grande scrittrice Penelope Delta. La sua roccaforte elettorale è Messene: Peloponneso profondo. Durante gli studi di economia all’Università Amherst nel Massachusetts divideva la stanza con l’ex premier socialista George Papandreou.
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