Nell'interesse del paesello. Che fare per il 2013? /3

Rivalutare pane, burro e mogli

Umberto Silva

Perché l’intero paese non si suicidi, occorre interrogarsi sui suicidi che singole persone, imprenditori e dipendenti, stanno mettendo in atto. Alla base di un suicidio raramente sta un motivo reale, per lo più è una questione psichica, un’allucinazione o una fobia che troppo insistentemente e violentemente ti si presenta e a gran voce o in modo sibillino chiede, per cessare il suo tormento, la tua testa.

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    Perché l’intero paese non si suicidi, occorre interrogarsi sui suicidi che singole persone, imprenditori e dipendenti, stanno mettendo in atto. Alla base di un suicidio raramente sta un motivo reale, per lo più è una questione psichica, un’allucinazione o una fobia che troppo insistentemente e violentemente ti si presenta e a gran voce o in modo sibillino chiede, per cessare il suo tormento, la tua testa. Dargliela è cadere nella trappola, ma a volte è difficile resistere, anche perché l’allucinazione è molto furba.

    Fa appello all’onore, alla dignità, ti convince che sei un fallito perché hai perso i soldi, ti fa credere che i tuoi famigliari ti disprezzeranno, che gli amici ti derideranno, i vicini soprattutto, sempre i più lesti e temuti, ti fa pensare che non sei un vero uomo. Magari! Le donne non si suicidano per questioni economiche, sono più sagge anche perché con la vera economia, quella domestica, ci sanno fare e vanno sul concreto, senza allucinarsi che non ne hanno il tempo, e sanno come risparmiare sul sale e sul cotechino, e senza bisogno di sindacati o leggi speciali tirano sui prezzi eccome, e con un paio d’uova e una manciata di farina creano miracoli che la famiglia ci campa su per una settimana. E se i soldi vengono a mancare, per sfamare i figli – le donne neppure mangiano, come facciano sa il Cielo – non perdono tempo a lamentarsi, corrono a lavare le scale del vicino, o lasciano il paesello per andare in terre sconosciute e ostili da dove manderanno i soldi. Loro, non gli uomini, che quando arrivano i quattrini metà se li bevono in vodka.

    Ma allora, perché lasciare vedove simili tesori? Perché l’angoscia può risultare più forte dell’amore, che pure c’è, ma soccombe all’onore, allo status, alla responsabilità, alla colpa, e a tutte le altre manfrine che il satana delle vanità e della superbia ci propina. Ci sta anche una ciliegina finale, una consolazione: si nobilita il suicidio, se ne fa un gesto di rivolta contro tutto e tutti, stato, società, media. E c’è del vero nell’accusa. Se un uomo arriva a questo tragico punto è anche perché gli si è confusa la testa con una martellante celebrazione dell’economia – denaro, occupazione, reddito… – di cui il catastrofismo è l’altra faccia. Per arrivare più sani al 2013 e oltre, occorre partire dall’esperienza che tutti abbiamo fatto e che a un certo punto della vita per sciocca vanità abbiamo rinnegato, vale a dire che un panino con il burro è più buono di un chilo di caviale, qualunque siano le nostre finanze.

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