Hollande ammicca alla Cina e snobba Obama
François Hollande è pronto a inaugurare un nuovo capitolo nelle relazioni con la Cina. Oltre a Berlino e Bruxelles, lo sguardo del neopresidente francese è rivolto a Pechino. Già durante i mesi della campagna elettorale, l'allora candidato socialista aveva sottolineato la necessità di stabilire legami solidi e amichevoli con il gigante asiatico: il destino della nostra economia è lì, diceva. Il successore di Nicolas Sarkozy sta gettando le basi di una politica estera più autonoma dai blocchi e dalle alleanze, cercando anche in questo di imitare il suo mentore, François Mitterrand.
François Hollande è pronto a inaugurare un nuovo capitolo nelle relazioni con la Cina. Oltre a Berlino e Bruxelles, lo sguardo del neopresidente francese è rivolto a Pechino. Già durante i mesi della campagna elettorale, l'allora candidato socialista aveva sottolineato la necessità di stabilire legami solidi e amichevoli con il gigante asiatico: il destino della nostra economia è lì, diceva. Il successore di Nicolas Sarkozy sta gettando le basi di una politica estera più autonoma dai blocchi e dalle alleanze, cercando anche in questo di imitare il suo mentore, François Mitterrand. La Cina è il primo passo del cambiamento e non a caso, tre giorni dopo la vittoria elettorale, Hollande ha nominato l'esperto sinologo Paul Jean-Ortiz proprio consigliere diplomatico. Poche ore dopo la festa in Place de la Bastille, il presidente eletto incontrava Kong Quan, ambasciatore cinese in Francia. Ufficialmente, si è trattato di un colloquio in vista del G20 che si terrà prossimamente in Messico. Solo più tardi è stato ricevuto Charles Rivkin, responsabile della rappresentanza americana.
Il nuovo inquilino dell'Eliseo vuole rimediare agli errori di Sarkozy anche in politica estera, dice Hubert Vedine, titolare del Quai d’Orsay ai tempi di Jospin, aggiungendo che l'avvicinamento a Pechino comporterà di fatto un allentamento dei legami con gli Stati Uniti: "Hollande considera Francia e Stati Uniti due amici e alleati ma non li vede allineati". Sarkozy e Obama avevano stretto un rapporto particolare, un'amicizia e un'intesa che andava ben oltre le normali relazioni tra capi di stato. Washington aveva lasciato a Sarkozy la gestione dell'intervento in Libia, ad esempio. Se ora la Casa Bianca troverà un alleato forte sui temi economici (comune è e sarà l'invito al cancelliere Angela Merkel per coniugare la crescita al rigore sui conti), dovrà fare a meno di un partner totalmente acquiescente, nota su Asia Times David Gosset, fondatore del Forum Euro-Cina. La prima conferma del cambiamento la si avrà tra qualche giorno a margine del vertice della Nato a Chicago, quando Hollande annuncerà il ritiro delle truppe francesi dall'Afghanistan e da tutti gli avamposti in Asia centrale entro la fine dell'anno.
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