Parla un insider
Il rapporto misterioso e stretto tra il terrorismo greco e quello italiano
“La Cospirazione dei Nuclei di Fuoco è ormai distrutta. Non ha alcuna possibilità di agire. L’unica speranza per loro sono le azioni dei loro compagni italiani. Che hanno provveduto immediatamente a salutare con un comunicato uscito ieri dal carcere di Korydallos”. E’ un dirigente di alto livello dell’antiterrorismo greco che commenta con il Foglio quella che lui considera l’“ennesima conferma della stretta collaborazione tra terroristi greci e italiani”. E che ora, aggiunge, si sta allargando in Europa.
Atene. “La Cospirazione dei Nuclei di Fuoco è ormai distrutta. Non ha alcuna possibilità di agire. L’unica speranza per loro sono le azioni dei loro compagni italiani. Che hanno provveduto immediatamente a salutare con un comunicato uscito ieri dal carcere di Korydallos”. E’ un dirigente di alto livello dell’antiterrorismo greco che commenta con il Foglio quella che lui considera l’“ennesima conferma della stretta collaborazione tra terroristi greci e italiani”. E che ora, aggiunge, si sta allargando in Europa: al centro delle preoccupazioni dell’antiterrorismo europeo, ci sono le Olimpiadi di Londra, a luglio, terreno ideale per la violenza mediatica degli insurrezionalisti.
Il comunicato dei Nuclei di Fuoco è firmato dai nove dirigenti del gruppo (otto greci e un albanese) più un anarchico arrestato dopo uno scontro a fuoco con la polizia, che però non ha ammesso la sua appartenenza alla Cospirazione. Ed è in piena coerenza con la prosa dei Nuclei di Fuoco: “La vita dei vermi come voi può andare incontro a una tempesta di pallottole, a una bomba sotto la macchina o a un pacco bomba tra le mani”. Quando erano in libertà, fino agli arresti dell’anno scorso, avevano promesso di “insanguinare la Grecia”, scagliandosi contro “i cittadini e i lavoratori che sopportano e sostengono questo schifo”.
Olga Ikonomidou è un personaggio minore del gruppo greco. Ma la scelta da parte della Fai di intitolare a lei l’attentato contro Roberto Adinolfi è dovuto al suo scontro con i carcerieri durante il trasferimento al carcere femminile di Diavaton, che ha portato a rinchiuderla in una cella di sicurezza.
Il nostro interlocutore non sa spiegarsi la mancanza di arresti in Italia per tutti questi anni, malgrado i suoi colleghi italiani siano “poliziotti ad altissimo livello”. “In effetti, è possibile che le leggi antiterrorismo italiane siano ferme ai gruppi marxisti degli anni Settanta, che non riescano a comprendere un fenomeno fluido come il terrorismo anarchico”. Insieme con i Nuclei di Fuoco si trovano in carcere anche i terroristi di un altro misterioso gruppo greco, la Setta dei Rivoluzionari. E’ questa la vera notizia. La Setta, apparsa all’improvviso nel 2009, tace dall’estate del 2010, dopo aver ucciso un poliziotto e il giornalista Sokratis Ghiolias. “Setta e Nuclei di Fuoco erano un unico gruppo, con lo stesso armamento e gli stessi componenti. Ma la Setta usava le pistole e colpiva obiettivi selezionati, come ha fatto la settimana scorsa la Fai italiana. In più, si poteva permettere un linguaggio mediato dal gergo della malavita, in cerca di adesioni nelle galere, cosa poco credibile per i giovani della Cospirazione”.
I rapporti tra area insurrezionalista e malavita greca è il grosso mal di testa dell’antiterrorismo. Nel dicembre scorso quattro detenuti della Cospirazione dei Nuclei di Fuoco hanno cercato di evadere dal carcere di Korydallos insieme con Panayiotis Vlastos, un criminale coinvolto in sequestri di persona e omicidi su ordinazione. Le pistole le avevano fatte entrare in carcere gli amici di Vlastos. “Più in generale però è la criminalità comune, in contatto con le varie mafie balcaniche, che fornisce armi ed esplosivo ai terroristi”. In cambio, interi quartieri nel centro di Atene sfuggono al controllo della polizia.
Poi ci sono gli anarchici che si danno alla criminalità tout court: il loro eroe è Vassilis Paleokostas, il Vallanzasca greco, evaso due volte con l’elicottero, mai condannato per reati di sangue. La sua banda può contare sul sostegno incondizionato dei militanti. Proprio nei giorni in cui in Italia era scoppiata la polemica sul film “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana, sulle false accuse contro gli anarchici per Piazza Fontana, ad Atene un gruppo anarchico rivendicava apertamente una tentata strage: una bomba è stata trovata inesplosa sotto i sedili della metropolitana il 25 febbraio scorso. Ad aprile, una sigla nuova, il Movimento 12 Febbraio (la data della devastazione del centro di Atene), ne ha rivendicato la paternità, come protesta contro “l’aumento del prezzo del biglietto”. Il comunicato era scritto da persone di modesta estrazione culturale ed era stato mandato a Indymedia incompleto. Il dirigente dell’antiterrorismo commenta: “Questo succede quando si danno le armi ai ragazzini”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano