Piers è triste, Cnn disperata
E’ vero: competere in primetime con “America’s Got Talent” e “Dancing With The Stars” è un po’ come tentare di fare ascolti con un talk show mentre sull’altro canale danno la finale dei mondiali con l’Italia in campo. Nemmeno Saviano potrebbe tanto. Ma questo non rende meno amaro il fallimento di Piers Morgan, nome nobile che da Fleet Street è sbarcato in America per risollevare una Cnn disperatamente alla ricerca se non di un’anima almeno di una faccia e un accento freschi.
E’ vero: competere in primetime con “America’s Got Talent” e “Dancing With The Stars” è un po’ come tentare di fare ascolti con un talk show mentre sull’altro canale danno la finale dei mondiali con l’Italia in campo. Nemmeno Saviano potrebbe tanto. Ma questo non rende meno amaro il fallimento di Piers Morgan, nome nobile che da Fleet Street è sbarcato in America per risollevare una Cnn disperatamente alla ricerca se non di un’anima almeno di una faccia e un accento freschi. Martedì sera Morgan ha attratto 289 mila spettatori, cifra impietosamente bassa ma che non segna un record negativo per il primetime di Cnn, il che la dice lunga sulla caduta libera di quello che una volta era il network indiscutibile delle notizie americane e globali. Il dato imbarazzante per il conduttore che intervista celebrità più o meno conclamate è quello che riguarda gli spettatori fra i 25 e i 54 anni, la fascia che tutti si contendono nel mercato delle news; soltanto 39 mila hanno seguito il britannico Morgan che intervistava Jane Lynch e Ted Williams. E’ il dato peggiore per Cnn dal 1997.
Che l’esperimento Morgan sia stato un fallimento epocale è chiaro da mesi, ma il malcapitato evidentemente non è il solo responsabile: nel network di Atlanta tutto crolla, dagli ascolti alla pubblicità, e nel mese di marzo del 2012 l’audience è calate del 50 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno prima. La percentuale sale a 60 se si considera la fascia 25-54. Gli altri, sia chiaro, non stanno molto meglio. Fox News nel primo trimestre del 2012 ha peso il 17 per cento degli spettatori e i dati dicono chiaramente che la gente si sta spostando sulle piattaforme online e rimane attaccata alla televisione nella misura in cui c’è un anchorman abbastanza convincente o partigiano da indurre un po’ di fedeltà. Piers Morgan non è fra questi.
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