Le cause del possibile crollo della Grecia

Dimitri Deliolanes

“Stiamo andando verso il crollo. Ed è molto probabile che ci trascineremo appresso anche l’Unione europea”. E’ pessimista Stavros Lygeros, editorialista di punta del quotidiano conservatore Kathimerini e autore del bestseller “Dalla cleptocrazia alla bancarotta”. Uno spietato atto di accusa contro il perverso intreccio clientelare e corrotto tra elettori e governanti che ha portato alla crisi attuale. Il libro, pubblicato qualche mese fa, ha provocato polemiche sia a sinistra sia a destra.

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    “Stiamo andando verso il crollo. Ed è molto probabile che ci trascineremo appresso anche l’Unione europea”. E’ pessimista Stavros Lygeros, editorialista di punta del quotidiano conservatore Kathimerini e autore del bestseller “Dalla cleptocrazia alla bancarotta”. Uno spietato atto di accusa contro il perverso intreccio clientelare e corrotto tra elettori e governanti che ha portato alla crisi attuale. Il libro, pubblicato qualche mese fa, ha provocato polemiche sia a sinistra sia a destra. Sul banco degli imputati i liberisti tedeschi, considerati degli “avventurieri”, pronti a portare il loro “dogma”, sempre lo stesso, in ogni angolo del pianeta con “dedizione religiosa”. “Più volte mi sono trovato a parlare con giornalisti tedeschi, ai quali ho detto: se dovessimo applicare al vostro paese gli stessi criteri che applicate alla Grecia, voi non dovreste esistere. Alla fine della Seconda guerra mondiale, la Germania sarebbe stata smembrata. Forse, aver provocato due guerre mondiali è più grave che non rispettare i criteri di Maastricht. Eppure, giustamente, si è data alla Germania la possibilità di rimettersi in piedi. Abbiamo fatto bene. Sono loro che ora si comportano male”.

    Lygeros ritiene “catastrofica” la ricetta imposta alla Grecia fin dal 2010. “La troika (Ue, Bce, Fmi) non aveva idea dei problemi specifici. Ha decretato alla cieca che bisognava fare le stesse cose già fatte in Argentina, in Russia. Ci si chiede di ridurre il settore pubblico, di licenziare 150 mila statali, mentre il problema è di riorganizzarlo. Un esempio: abbiamo una preoccupante ondata di criminalità e un’invasione di clandestini, eppure ci chiedono di diminuire i poliziotti. Il problema vero è che un poliziotto su quattro fa lavoro amministrativo, non sta nelle strade. Era questo l’intervento che i greci chiedevano all’Europa: aiutarli a liberarsi dal giogo delle clientele. Invece, la troika si è impuntata ad abolire le professioni chiuse, che in Grecia non esistono. E a cercare di aumentare la competitività facendo concorrenza all’Albania, comprimendo cioè il costo del lavoro. Un delirio. Ora siamo nella fase del saccheggio dei beni pubblici”. Perché nessuno ha saputo far rilevare questi aspetti nelle trattative con i creditori della Grecia? “Perché non ci sono mai state trattative. Non lo dico io, lo ha detto Paul Tomsen, capo della troika. L’élite politica greca si è dimostrata incapace e servile”. Lygeros, europeista di vecchia data, condivide con la maggioranza dei greci l’impressione che l’Europa non sia in grado di reggere l’impatto dell’espulsione del paese dall’Eurozona. “Se però la condizione per rimanere nell’euro è di suicidarci, è evidente che non ci stiamo. Ma sono coloro che pongono queste condizioni a minare l’unità europea”.

    Ora che il vecchio bipartitismo andrà in soffitta, in Grecia sta emergendo una nuova leva politica. E’ pronta per governare? “Syriza non è in grado di ribaltare le sorti del paese. E’ un giardino d’infanzia. Hanno rinunciato alla denuncia unilaterale del Memorandum, ma il loro programma politico fa ridere. L’ho detto a Tsipras: sei bravo, ti ho anche votato, ma rischi di stare al governo al momento del crollo, solo per dare fiato ai veri colpevoli. Eppure, l’esperimento della sinistra al governo è l’ultima spiaggia, prima di assistere allo scoppio cieco e irrazionale della rabbia popolare”. Le drammatiche ipotesi di un colpo di stato militare o di una guerra civile, evocate dalla stampa internazionale e da qualche politico greco, Lygeros le considera improbabili: “Penso che i militari ci penseranno bene prima di prendere il potere, anche se glielo chiedesse la società civile. E la guerra civile, chi combatterà contro chi?”. Il nuovo vento che soffia in Europa suscita qualche speranza: “Ma c’è anche molta retorica. E’ importante togliere la bolla finanziaria che soffoca l’economia reale. Ma un piano di sviluppo non ce l’hanno né Hollande né Monti, e non ce l’abbiamo nemmeno noi”.

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