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Obama smantella in fretta il sistema America in Afghanistan/Pakistan

Daniele Raineri

Ieri mattina una notizia esclusiva di Reuters annunciava le dimissioni imminenti di Ryan Crocker, ambasciatore americano mandato dal presidente Barack Obama a Kabul, in Afghanistan. E’ il progressivo e rapidissimo smantellamento dello staff sceltissimo inviato dall’Amministrazione americana per mandare avanti la guerra e la diplomazia nella regione. La settimana scorsa è uscita la notizia di un prossimo possibile trasferimento del generale dei marine John Allen, che comanda tutta la missione Isaf, a un altro incarico.

    Ieri mattina una notizia esclusiva di Reuters annunciava le dimissioni imminenti di Ryan Crocker, ambasciatore americano mandato dal presidente Barack Obama a Kabul, in Afghanistan. E’ il progressivo e rapidissimo smantellamento dello staff sceltissimo inviato dall’Amministrazione americana per mandare avanti la guerra e la diplomazia nella regione. La settimana scorsa è uscita la notizia di un prossimo possibile trasferimento del generale dei marine John Allen, che comanda tutta la missione Isaf, a un altro incarico, probabilmente il comando delle forze Nato in Europa. La notizia è uno scoop del Washington Post e non è ancora ufficiale, ma certo trasforma il mandato del generale: ora è visto sul piede di partenza e quindi, per una legge fatale che investe sempre ogni catena di comando, un po’ meno temibile. Il compito di Allen è presiedere alla veloce riduzione delle truppe americane in Afghanistan, che da 100 mila dovrebbero ridursi a 60 mila entro settembre, e di trasferire il più possibile la responsabilità sulle spalle degli afghani, gettando via ogni velleità di counterinsurgency (l’ambiziosa dottrina dei suoi predecessori, i generali David Petraeus e Stanley McChrystal, che puntava a salvare il paese dalla guerriglia estremista dimostrando alla popolazione che conviene scommettere sul futuro del governo centrale: soltanto tre anni fa Obama ne aveva fatto il centro di un suo discorso a West Point, ma sembrano passati secoli).

    La verità, dicono gli analisti, è che da qua a un anno le operazioni di combattimento saranno finite – per i francesi anche prima – e resta soltanto da scommettere quanto durerà il governo Karzai senza aiuti dall’esterno. Più a sud, in Pakistan, un altro pezzo è stato levato dalla scacchiera: l’ambasciatore Cameron Munter lascia dopo appena due anni, per insubordinazione contro il segretario di stato, Hillary Clinton. Sembra che Munter abbia incontrato di nascosto Hafeez Saeed, capo carismatico dell’organizzazione terroristica Lashkar-e-Taiba, sul cui capo Washington ha messo una taglia da cinque milioni di dollari.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)