Il divino Cameron dalla lingua lunga
Il chiacchiericcio londinese area conservatrice dice che il premier Cameron è nella sua fase discendente, il sindaco della City Johnson è in fase da conquista del mondo e per fortuna c’è uno come Michale Gove, ministro dell’Istruzione ma soprattutto mente di questi new Tory, a dare speranza al popolo britannico. E’ una questione di leadership, per lo più, di come ti percepiscono i sudditi-elettori inglesi, loro che sono così giustamente attenti al ruolo del condottiero.
Il chiacchiericcio londinese area conservatrice dice che il premier Cameron è nella sua fase discendente, il sindaco della City Johnson è in fase da conquista del mondo e per fortuna c’è uno come Michale Gove, ministro dell’Istruzione ma soprattutto mente di questi new Tory, a dare speranza al popolo britannico. E’ una questione di leadership, per lo più, di come ti percepiscono i sudditi-elettori inglesi, loro che sono così giustamente attenti al ruolo del condottiero. Mentre esce la parte dei diari di Alastair Campbell che ci farà piangere e abbracciare ancora (“The burden of Power, countdown to Iraq”), quella in cui Tony Blair si è posto come condottiero impopolare eppure determinato, convinto che l’interventismo umanitario fosse la quintessenza di una politica di sinistra progressista, viene da chiedersi: com’è il condottiero Cameron? La storia, con un occhio ai rapporti europei a quelli con Obama a quelli con le guerre e a quelli con il resto del mondo, ci riempirà di definizioni, ma per ora possiamo dire che Cameron è divinamente scurrile, forse un po’ sbadato, certo un filino troppo a suo agio.
Andreas Whittam Smith, sull’Independent, gli fa la morale: assomigli a Sarkozy, così volgarotto, che guardi la partita di calcio esultando scomposto e in maniche di camicia, con Hollande lì di fianco composto e pensieroso. Ma sono le parole soprattutto che fanno la differenza, le parole che sfuggono al premier così, un po’ troppo facilmente. L’ultima è che ha detto, riferendosi a Ed Balls, cancelliere dello scacchiere ombra profondamente antipatico, “muttering idiot”, durante il Question Time alla Camera dei comuni, scatenando naturalmente un caos (per la cronaca: Balls gli aveva appena detto di darsi una calmata e di bersi semmai un po’ di vino, occhieggiando e facendo riferimento a un aneddoto appena pubblicato in un libro sul premier in cui si dice che quando è agitato, Cameron si beve un bicchiere di vino – non per difendere il premier, però tra ubriacone e idiota non c’è tutta questa differenza). Non poco tempo fa, sempre in Parlamento, Cameron aveva detto a un anziano deputato laburista che lo stava attaccando di “andarsi a prendere la pensione” – ovviamente sono fioccate le accuse di discriminazione vergognosa nei confronti dei vecchi. Prima ancora era successo con l’altra specie protetta, quella delle donne (stessa location): Cameron aveva detto a una deputata laburista “Calm down, dear, calm down”, e poi si è preso di maschio moderno sessista da buona parte dell’opinione pubblica. Quanto basta, insomma, per stare dalla parte di Cameron, con un bicchiere di vino in mano, semmai.
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