Le bolle di New York

Annalena Benini

Il sindaco di New York vorrebbe strangolare con le sue mani l’inventore della Coca Cola, la madre di tutte le bevande gassate: secondo Michael Bloomberg è causa di molti mali dell’occidente grasso e zuccherato. Forse Bloomberg odia più la Coca-Cola del fumo e del sale nei cibi.

    Il sindaco di New York vorrebbe strangolare con le sue mani l’inventore della Coca Cola, la madre di tutte le bevande gassate: secondo Michael Bloomberg è causa di molti mali dell’occidente grasso e zuccherato. Forse Bloomberg odia più la Coca-Cola del fumo e del sale nei cibi, aveva cercato di tassarla selvaggiamente, senza riuscirci, ha vietato agli indigenti che usano i buoni pasto di usarli per comprare lattine di bevande colorate, frizzanti e obesizzanti, e adesso cerca di ridurre almeno la taglia delle bottigliette. Chiede che in tutti i ristoranti, i cinema, i bar, perfino nei carretti ambulanti vengano vendute bottiglie di questo sterco del diavolo molto più piccole, se proprio non possono evitare di venderlo. Sul New York Times ci sono i disegni delle bottiglie rimpicciolite, il calcolo dei centilitri e delle calorie, e dappertutto molto terrorismo psicologico: se bevi una bottiglietta di Sprite al giorno ingrassi sette chili in un anno (non è chiaro se si ingrassa fatalmente, comunque, a stomaco vuoto, o se sia necessario accompagnare il soft drink con almeno un cheeseburger). Insomma dal prossimo marzo potrebbero mettere a dieta tutte le bottiglie che non contengano acqua, succhi di frutta o bevande dietetiche: non dovranno superare i quattrocento millilitri, e la regola vale anche per i bicchieroni di carta che si comprano al cinema (e i pop corn allora, perché non ridurre anche quei giganteschi secchi da pop corn? e quei dannati, deliziosi hot dog? non si potrebbe sostituire la salsiccia con una carota e pretendere che il pane sia fatto almeno con farine integrali totalmente biologiche?).

    Bloomberg dice che non si può continuare a esclamare: “Oh, ma è terribile” di fronte alla metà obesa (o sovrappeso) degli abitanti di New York, bisogna fare qualcosa di concreto. Questo nuovo divieto sembra l’unico modo possibile per diminuire il consumo di bibite ipercaloriche (la selezione delle bevande da rimpicciolire è stata fatta in base alle calorie), e non ci si può consolare con una sigaretta al parco o in spiaggia, o con una bistecca bella salata, perché arriverà Bloomberg e vi farà una multa da duecento dollari. Il prossimo passo sarà vietare i matrimoni fra obesi. Per ottenere il nulla osta alle nozze bisognerà entrare in un peso forma stabilito dallo stato e promettere di amarsi sempre, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, ma assolutamente non in grassezza. E promettere solennemente di educare i bambini a una sana alimentazione e al conto delle calorie fin dai primi mesi di vita. Bloomberg ha detto che sì, gli è successo qualche volta, in una giornata calda, di bere una diet soda, ma sembra non andarne fiero. E comunque i  newyorchesi potranno sempre decidere di portarsi due bottigliette al cinema invece di una, se proprio stanno morendo di sete, se proprio sono così deboli, così tossici, così grassi.

    Libertà assoluta di farsi del male, insomma, e infinite possibilità di scelta dei consumatori, ma non comodamente, attaccandosi a un’unica bottiglia, e non nel nome del sindaco. Il cui mondo ideale non comprende in nessun caso i piaceri del cibo spazzatura e di una sigaretta: spera anzi che nei condomini si adottino regolamenti che mettano fuorilegge il fumo anche in case di proprietà, e anche nei marciapiedi di fronte all’edificio, perché secondo Bloomberg la gente ha il diritto di sapere, prima di comprare o affittare un appartamento, se rischia di essere esposta al fumo passivo che attraversa i muri e crea gravi danni alla salute. Un tizio non beve, non fuma, fa jogging, si annoia, si nutre di frutta, verdura e Evian, e il suo vicino di casa lo uccide a forza di festini a base di nicotina? Comunque, se bastasse ridurre la taglia delle bottiglie per dimagrire, Pierre Dukan avrebbe già depositato un brevetto, scritto un libro e inaugurato un ciclo di conferenze sulle piccole porzioni. Se un film dura tre ore e la bottiglia di Coca finisce in fretta, basterà comprarne un’altra. Assieme a un nuovo sacchetto di patatine.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.