Le garbate strigliate ai banchieri su stipendi e spese

Michele Arnese

Più carezze o più strigliate? Nei corridoi di Palazzo Koch il dilemma è inesistente: i banchieri hanno ricevuto di sicuro più strigliate dal governatore della Banca d'Italia. A sentire i diretti interessati, nelle Considerazioni finali di Ignazio Visco le carezze non mancano. “La critica alle banche di essere disattente alle esigenze dell'economia non è corretta – ha detto – sono esposte in misura rilevante nei confronti delle famiglie e delle imprese meritevoli di credito, anche se in difficoltà”.

Leggi Il discorso del governatore della Banca D'Italia Ignazio Visco

    Più carezze o più strigliate? Nei corridoi di Palazzo Koch il dilemma è inesistente: i banchieri hanno ricevuto di sicuro più strigliate dal governatore della Banca d'Italia. A sentire i diretti interessati, nelle Considerazioni finali di Ignazio Visco le carezze non mancano. “La critica alle banche di essere disattente alle esigenze dell'economia non è corretta – ha detto – sono esposte in misura rilevante nei confronti delle famiglie e delle imprese meritevoli di credito, anche se in difficoltà”. Poi, però, arrivano i primi consigli: “La capacità di offerta dei sistemi bancari va ripensata”. Anche perché “la tensione tra il livello degli impieghi e la stabilità della provvista finirà inevitabilmente per riflettersi sull'attività di intermediazione”. Ovvero: care banche, siete pletoriche, antiquate e troppo costose. Quindi, siccome nei prossimi anni non potrete contare sugli stessi ricavi del passato, dovete aggredire le spese. Qualche esempio. “L'efficienza dei processi produttivi e distributivi va aumentata, valorizzando il contributo delle nuove tecnologie”. Vanno diminuiti sportelli e filiali: “Tra il 2001 e il 2008 il numero degli sportelli è cresciuto di circa il 20 per cento; successivamente ha registrato solo una modesta flessione”. E devono essere ridotti anche i dipendenti.

    Questo Visco non l'ha detto. Ma le parole pronunciate significano anche quello: “Sono necessari interventi incisivi dal lato dei costi operativi, la cui flessibilità è modesta in relazione alle condizioni di fondo del settore”. Più in dettaglio: “L'attuale livello del costo del lavoro è difficilmente compatibile con le prospettive di crescita”.  Sacrifici per i dipendenti? Sacrifici pure per il top management: “Anche le remunerazioni degli amministratori e dell'alta dirigenza devono essere indirizzate all'obiettivo del contenimento dei costi”.
    Perché ad esempio non si inizia a sfoltire il numero di poltrone? “Alle aggregazioni tra banche non hanno fatto seguito snellimenti incisivi dell'articolazione societaria dei gruppi e una riduzione nel numero dei componenti degli organi amministrativi”. I primi 10 gruppi contano complessivamente 1.136 cariche, escludendo le società estere; oltre 700 per le sole banche controllate. Anche negli altri istituti “si osservano spesso composizioni pletoriche”. Conclusione: “Questi assetti sono di per sé costosi e non giustificati dalle competenze professionali necessarie all'efficace gestione del gruppo o della banca”.

    Visco ha dedicato poche righe all'attività della Vigilanza, che tra l'altro “opera un controllo rigoroso”, ha detto. E' tutt'altro che un segno di disinteresse per la funzione ormai principale svolta da Palazzo Koch. Anzi. Fonti interne di Bankitalia dicono che Visco segua con particolare attenzione il settore che fa capo nel direttorio ad Anna Maria Tarantola e a Giovanni Carosio (per la parte internazionale). Ma in una gestione collegiale, da quando è in vigore la legge sul risparmio, il governatore sul comparto si avvale anche del contributo del vicedg Salvatore Rossi in sintonia con il direttore dell'area, Luigi Federico Signorini.

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