Un rap del governo Rep.
Magari giorno verrà che, dopo il rap per Monti, bisognerà virare sul rap per il governo di Rep. La transumanza di massa – direttore e vice, opinionisti grandi, cronisti lesti, redattori intonati – verso il festival bolognese (tema: “Riscrivere il futuro”, nientemeno – finora al più Ci si interrogava su cosa far scrivere a Curzio Maltese), è il segnale chiaro che la Grande Redazione, non meno evocativa della Grande Proletaria, si è mossa.
Magari giorno verrà che, dopo il rap per Monti, bisognerà virare sul rap per il governo di Rep. La transumanza di massa – direttore e vice, opinionisti grandi, cronisti lesti, redattori intonati – verso il festival bolognese (tema: “Riscrivere il futuro”, nientemeno – finora al più Ci si interrogava su cosa far scrivere a Curzio Maltese), è il segnale chiaro che la Grande Redazione, non meno evocativa della Grande Proletaria, si è mossa. Risalendo e riattraversando il Rubicone, seppur in senso inverso a quello di Cesare, Ezio Mauro ha schierato le truppe e lanciato la sfida. Saviano ha negato – al solito, Bersani aveva appena fiatato per dire sì – un suo impegno diretto, ma i giorni son quelli che sono, la terra trema e il fiato del Puzzone si sente sul collo del caro prof. Monti. Spiegò Mauro che “è anima ciò che il lettore cerca, ciò che il lettore compra” – e magari ciò che l’elettore vota (come CDB non si stanca di ripetere). Dunque, l’acquartieramento prossimo venturo sotto le Due Torri, più che adunata di meglio gioventù come di meglio mezza età non meno che di meglio vecchiaia, quale e come pure appare, è la prova generale – ecco l’esercito, ecco “i miei gioielli” (Ezio “Cornelia” Mauro).
A volerli rimirare tutti, basta stampare l’elenco dei relatori, voluminoso come un album di figurine Panini completato: di eccelsa qualità, di gran pregio, di caratura democratica. Tra queste facce l’esecutivo degli scrivani futuristi quaglierà. Dal professor Zabrebelsky, che sarebbe magnifico ministro della Giustizia a Concita De Gregorio quale nostrana Tzipi Livni, da Natalia Aspesi che ogni gay vorrebbe alle Pari opportunità a Umberto Eco, senz’ombra di dubbio alla Cultura. Molte donne, nel nuovo esecutivo largofochettiano: Daniela Hamaui dovrebbe farsi valere, non meno di Nadia Urbinati, porterebbe il tocco inconfondibile della Columbia, e di Loretta Napoleoni. Sopra a tutti, Eugenio Scalfari, già presidente del Consiglio emerito. Almeno un sottosegretariato strapperanno di sicuro Maltese e Rampini. Carlo Petrini: o al governo o in cucina. Da Bologna manderanno il futuro governo in edicola: dopo averlo dibattuto e scritto.
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