Il terremoto senza fine e una nuova preoccupazione: l'acqua
Un’altra scossa oltre i cinque gradi della scala Richter – con epicentro vicino a Concordia e Novi di Modena – ha colpito ieri sera l’Emilia che dal 20 maggio scorso convive con un terremoto senza fine. Dopo il sisma di ieri sera, il quinto oltre i cinque gradi Richter, non si sono registrate vittime né feriti, anche se la terra tra Mantova e Modena ha tremato durante la notte per circa trenta volte. Ed è crollata la torre dell’Orologio a Novi di Modena. La torre era stata gravemente danneggiata durante le due scosse del 29 maggio.
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Un’altra scossa oltre i cinque gradi della scala Richter – con epicentro vicino a Concordia e Novi di Modena – ha colpito ieri sera l’Emilia che dal 20 maggio scorso convive con un terremoto senza fine. Dopo il sisma di ieri sera, il quinto oltre i cinque gradi Richter, non si sono registrate vittime né feriti, anche se la terra tra Mantova e Modena ha tremato durante la notte per circa trenta volte. Ed è crollata la torre dell’Orologio a Novi di Modena. La torre era stata gravemente danneggiata durante le due scosse del 29 maggio, che hanno causato le diciassette vittime per le quali si celebra oggi una giornata di lutto nazionale. In totale sono 24 le persone morte a causa dei crolli e dei malori legati al sisma.
Ma non è solo il terremoto a spaventare gli emiliani e gli oltre quindicimila sfollati nei campi della Protezione civile. Un’ondata di maltempo, secondo le previsioni, dovrebbe colpire il centro nord Italia tra oggi e domani. Secondo il bollettino meteo la massima intensità piovosa è prevista a iniziare dalle ore centrali della giornata di oggi, “con associata attività elettrica e raffiche di vento. Non si escludono quantitativi localizzati di precipitazione attorno a cinquanta millimetri con associata presenza di grandine”. “Se dovesse piovere per qualche giorno, le zone terremotate dell’Emilia Romagna rischierebbero anche l’alluvione”, ha detto il presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, Massimo Gargano. Il terremoto ha infatti danneggiato gravemente la rete idraulica del territorio: attualmente, secondo i tecnici della bonifica, sono inagibili le centrali idrovore di Pilastresi e Ca’Bianca, capaci di “sollevare” settantamila metri cubi d’acqua al secondo. Critica anche la situazione dell’impianto idrovoro Acque Basse, nel comune ferrarese di Bondeno. Dall’azione di bonifica di questi impianti dipende la sicurezza idraulica dei comuni di Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro fino a Bondeno.
Ed è pericolante anche la centrale idrovora di Mondine, a Moglia, nel mantovano, uno degli impianti idrovori più importanti d’Italia. Qui confluiscono le acque di una superficie di oltre quarantaduemila ettari. Se dovesse piovere molto, l’area che va da Reggio Emilia fino a Correggio e Carpi, fino quasi all’abitato di Modena, potrebbe allagarsi. Senza contare le gravi lesioni agli argini dei canali pensili: a rischio di allagamento, secondo i tecnici, sarebbero le comunità di Cavezzo, Medolla, Concordia. “Stiamo effettuando una corsa contro il tempo – dice Gargano – per cercare di riattivare quanto resta della rete d’irrigazione, evitando anche di pregiudicare i raccolti”.
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