Perché gli stoppacciosi anglo-francesi non impensieriscono i culoni tedeschi

Lanfranco Pace

In Ucraina a Donetsk entra in scena il gruppo D: Francia-Inghilterra e annessi quei coriandoli d’impero che ne hanno fatto le due Nazionali più meticciate del mondo. La loro rivalità è antica, cominciò con le quattro sculacciate rimediate dalla Francia a Parigi una novantina di anni fa. Non bastasse c’è un certo sottotesto storico tradotto dai due popoli in insulti tenaci, french frogs, i mangiatori di rane per gli uni, doppiogiochisti, traditori e comunque perfidi, per gli altri.

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    Gruppo D
    Francia-Inghilterra: 1-1. Reti: 30’ pt, Lescott (I), 39’ pt Nasri (F). Arbitro: Rizzoli (Ita)

    In Ucraina a Donetsk entra in scena il gruppo D: Francia-Inghilterra e annessi quei coriandoli d’impero che ne hanno fatto le due Nazionali più meticciate del mondo. La loro rivalità è antica, cominciò con le quattro sculacciate rimediate dalla Francia a Parigi una novantina di anni fa. Non bastasse c’è un certo sottotesto storico tradotto dai due popoli in insulti tenaci, french frogs, i mangiatori di rane per gli uni, doppiogiochisti, traditori e comunque perfidi, per gli altri. Roy Hodgson è sulla panchina inglese da appena un mese, dopo le dimissioni di Fabio Capello. E’ un gran signore, Massimo Moratti lo rimpiange, con il passare degli anni tende stranamente a Carlo Ripa di Meana. Laurent Blanc, il ct francese, fu grandissimo calciatore e ha preso in mano la Francia dopo il disastro al Mondiale in Sudafrica: ha ancora più di un problema se indossa l’espressione seria e malinconica che fu un tempo di Dino Zoff. Il calcio champagne dei Platini e dei Giresse è morto, quello ampio e potente di Zidane e compagni, pure, quello di oggi lo dicono loro stessi è “mi figue mi raisin”, muscoli non sorretti dal genio, i Ribery e i Benzema sono grandi ma raramente nelle occasioni che contano. Gli inglesi sono ormai talmente frustrati per il magro bottino raccolto in cinquanta anni ché hanno rinnegato la loro vera natura e cultura, palla avanti e pedalare, per buttarsi nella tattica. Ne è venuto fuori un avvio di partita, lento, stoppaccioso, anche per via del gran caldo. Al 14’, l’Inghilterra, che non ha Wayne Rooney che deve scontare due giornate di squalifica, potrebbe pure passare in vantaggio se lo sciagurato Milner si ricordasse di coordinare posizione del corpo e angolazione del piede. Un quarto d’ora dopo, Steven Gerrard, l’anima del centrocampo inglese, calcia una punizione da Dio: Lescott, black con faccia e fisico da paura, anticipa uno stolido Diarra e infila.

    Con il senso di colpa dentro, Diarra si butta sempre più in avanti e al 34’ colpisce due volte di testa con potenza ma il portiere inglese Hart, cippolatore notorio, ha doppia reazione felina. Salvo tornare allo stato naturale cinque minuti dopo: al 39’  copre male il suo palo, si butta in ritardo e il tiro angolato, preciso ma non certo irresistibile di Samir Nasri porta la Francia al pareggio. Nella ripresa la supremazia territoriale francese resta assolutamente sterile, come dice il cliché. Le due squadre nobili del gruppo sembrano più preoccupate di prenderle che di darle: vuoi vedere che la sparagnina cultura italica di un tempo ha fatto insospettabili proseliti?

    Alla fine della prima giornata dei quattro gruppi, siamo ai soliti nomi noti, Germania che più che convincere ha sculato, la Spagna, fuoriserie con il freno a mano tirato. In evidenza l’anima slava (vedi la Russia) e la Croazia. Il passaggio ai quarti, i croati, se lo giocano prima con noi, poi con la Spagna. Azzurri in stato di massima allerta: nel 2002 in Corea e Giappone, passammo in vantaggio poi ci facemmo riprendere e superare; come allocchi.

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    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.