“Preparatevi al peggio”

Pdl in tumulto su una legge anticorruzione nata morta

Salvatore Merlo

Tra assenti, astenuti e contrari la maggioranza assoluta del gruppo del Pdl ieri non ha votato la legge anticorruzione: solo 112 voti favorevoli su un esercito di 210 deputati. Il capogruppo Fabrizio Cicchitto dice che “al Senato voteremo la fiducia solo se si approverà anche la responsabilità civile dei magistrati”, e il presidente della Camera Gianfranco Fini trae le ovvie conclusioni: “Questa legge non si farà mai”.

    Tra assenti, astenuti e contrari la maggioranza assoluta del gruppo del Pdl ieri non ha votato la legge anticorruzione: solo 112 voti favorevoli su un esercito di 210 deputati. Il capogruppo Fabrizio Cicchitto dice che “al Senato voteremo la fiducia solo se si approverà anche la responsabilità civile dei magistrati”, e il presidente della Camera Gianfranco Fini trae le ovvie conclusioni: “Questa legge non si farà mai”. In Parlamento non tira aria di collaborazione, malgrado martedì notte Mario Monti in previsione dell’eurovertice anticrisi avesse consegnato un messaggio inequivocabile ad Alfano, Bersani e Casini: “Prepariamoci al peggio, ci dovremo salvare da soli. Bisogna stare uniti”. A un certo punto Alfano e Bersani si erano pure appartati, prima di lasciare Palazzo Chigi, ed era di legge elettorale, di riforme e di collaborazione che i due segretari parlavano. Ma senza convinzione. E infatti i negoziati sulla legge elettorale sono saltati per aria assieme ai nervi del centrodestra, l’ambasciatore del Pdl, Gaetano Quagliariello, ha un tono rassegnato mentre spiega che “è dura collaborare se ti mettono le dita negli occhi. Non si può immaginare di tenere unite le forze politiche solo agitando lo spettro del disastro. Non funziona così”, e si riferisce alle ultime mosse di Monti, sulla giustizia e sulla Rai, gli “strappi”: pare che anche Silvio Berlusconi abbia sofferto il ritrovato attivismo del governo, l’umore del Cavaliere dicono abbia oscillato tra rassegnazione e arrabbiatura. “Tanto vale che ci mettano tutti in galera e subito”, dice Gianfranco Micciché riferendosi al nuovo reato di traffico d’influenza, “è il reato di lobbismo”.

    Così mentre il Pd fa calcoli elettorali osservando sondaggi sempre meno ottimistici, e mentre il Pdl vota e mugugna, il rendimento dei titoli di stato a tre anni è schizzato a un nuovo recordo storico: mai così alto, così come il debito pubblico. Suonano tutte le sirene d’allarme, ma la politica è impantanata e i rapporti tra i partiti e il governo tesissimi (“Monti e Moavero si salvano, ma gli altri ministri…”, sibila Cicchitto). Nel pomeriggio, prima che la Nazionale di calcio ricomponesse l’Italia davanti ai teleschermi, una manifestazione Fiom contro Elsa Fornero è degenerata in uno scontro di piazza intorno al Pantheon, a pochi metri dai Palazzi della politica, da Montecitorio, alcuni poliziotti sono rimasti feriti. La suggestione di un rimpasto di governo, dell’ingresso dei politici a fianco di Monti, della grande coalizione proiettata sul 2013, cioè quello scenario “tutti uniti per l’Italia” che il Quirinale continua a proporre nei suoi frequenti colloqui istituzionali, è ormai fantascienza. Una suggestione, appunto, malgrado qualcuno l’avesse raccolta persino nelle file tumultuose del Pdl. Di quel piano di salvezza rimane ormai qua e là solo un vago sentore, l’ultima scia di un’idea evaporata, mentre Beppe Grillo ironizza sulla rapidità con cui i partiti si stanno disfacendo (“eppure il rimpasto e la grande coalizione sono l’unica cosa da fare. O così, o meglio le elezioni anticipate. Restare fermi, nel mezzo, equivale a una lenta consunzione”, dice Sergio Pizzolante, deputato del Pdl).

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.