Mentre parliamo di biscotto
Che fine ha fatto la furia giustizialista sul calcioscommesse?
L’indigestione di biscotti, dietrologie e complotti ha fatto, quasi, passare in secondo piano le sentenze di primo grado dei giudici sportivi nel processo relativo all’inchiesta Last Bet. Sentenze che sembrerebbero contraddire i proclami e il giustizialismo pre Europeo. Un caso particolarmente emblematico, in questo senso, è quello di Rijat Shala, origini kosovare, naturalizzato svizzero (ha giocato nell’Under 21), ex Novara oggi al Lugano.
L’indigestione di biscotti, dietrologie e complotti ha fatto, quasi, passare in secondo piano le sentenze di primo grado dei giudici sportivi nel processo relativo all’inchiesta Last Bet. Sentenze che sembrerebbero contraddire i proclami e il giustizialismo pre Europeo. Un caso particolarmente emblematico, in questo senso, è quello di Rijat Shala, origini kosovare, naturalizzato svizzero (ha giocato nell’Under 21), ex Novara oggi al Lugano. Nel suo passato anche una querelle con il procuratore Bruno Carpeggiani (Italian Managers Group srl), al quale, dopo intervento del Tribunale di Arbitrato per lo Sport del Coni, aveva dovuto risarcire 3.845 euro per aver rescisso unilateralmente il contratto: “… quello che appare chiaro è l’assoluta estraneità del giocatore in esame, coinvolto, suo malgrado, dal pentito Carlo Gervasoni, senza che ci sia un elemento che possa far presumere o ricondurre ad elementi di illiceità conclamate”, scriveva Marcel Vulpis nell’editoriale di sporteconomy.it una settimana fa, citando la memoria difensiva dell’avvocato Gianluca Guerrasio.
Insieme a Rijat Shala, Sergio Artico, presidente della Commissione disciplinare nazionale, ha prosciolto anche Luigi Consonni, Achille Coser e Maurizio Sarri. Eppure Gervasoni era un teste (pentito) "credibile", definito molto attendibile, addirittura la bussola della procura federale. Diventa quindi imperativo leggere il comunicato della Figc alla voce memorie difensive, tra le tante: “… Coser, eccependo il contrasto tra le dichiarazioni di Carobbio, Ruopolo e Gervasoni e affermando che mancherebbe la prova della violazione delle norme federali, ha chiesto il proscioglimento; Consonni, eccependo l’illogicità delle conclusioni della Procura federale e l’inutilizzabilità delle dichiarazioni di Conteh perché de relato e comunque non credibili, ha rilevato la mancanza di prova circa la consapevolezza della sussistenza dell’illecito sportivo, la lacunosità delle indagini e la mancata valutazione degli elementi a discarico, chiedendo la prova per testi…”.
Nel frattempo sono stati squalificati per 5 anni i calciatori Alessandro Zamperini, Mario Cassano, Luigi Sartor e Nicola Santoni. L’Albinoleffe dovrà scontare 15 punti di penalizzazione nel prossimo campionato, 2 il Pescara, 4 il Novara, come la Reggina, 2 il Padova, 1 l’Empoli, mentre per Sampdoria e Siena 50.000 euro di ammenda; in totale sono stati sanzionati 21 società e 52 tesserati. A luglio ci sarà il secondo round con il filone New Last Bet e i nomi altisonanti della serie A, a partire dal capitano della Lazio Stefano Mauri, ma se queste sono le premesse e le credibilità dei testi maggiormente attendibili cosa ci dobbiamo aspettare?
Il furore di Calciopoli appare solo un ricordo e anche quello dei magistrati di Cremona. L’impressione, però, è che sfugga la portata internazionale di questa inchiesta, che perde credibilità in Italia nel momento in cui indagati stranieri decidono quando costituirsi (promettendo nomi altisonanti) e mandando avanti le mogli per preparare il terreno con l’opinione pubblica. Guai a dimenticare che per la criminalità organizzata le scommesse sono un business al pari del narcotraffico e dello sfruttamento della prostituzione, ha egregiamente scritto Brett Forrest in un’illuminante inchiesta per il magazine di Espn.
L’Interpol valuta l’affare del betting intorno ai mille miliardi di dollari, il 70 per cento dei quali riguarda il calcio. Le indagini si stanno sviluppando in 25 Paesi; dietro gli uomini di Singapore ci sono le triadi cinesi che hanno iniziato negli anni Novanta; Wilson Raj Perumal n’è stato il corriere occidentale finché non s’è messo a scommettere pure lui perdendo grandi quantità di denaro e credibilità (aveva anche aperto una pagina Facebook con le foto di lui insieme ai calciatori corrotti), tanto da essere stato consegnato alla polizia finlandese dalla sua stessa organizzazione, che oggi lo vuole morto: “Sono io che ho la chiave del vaso di Pandora. E non ci metto nulla ad aprirlo” ha fatto sapere Perumal dal carcere. Nel frattempo, Chris Eaton non è più responsabile per la sicurezza della Fifa: “Il business del calcio è diventato così grande che ha soffocato la sportività. Ecco perché quando vuoi andare a fondo nel mondo del football, c’è chi storce il naso”, ha sottolineato. Eaton è stato criticato (da ex colleghi) perché avrebbe voluto mettere in piedi un sistema di protezione testimoni e una personale squadra di investigatori. Mentre ci sono persone legate al giro di scommesse che continuano a "suicidarsi". Allora sarà bene analizzare i fatti, assolvere chi non ha fatto niente, condannare chi ha sbagliato e, soprattutto, smetterla di arricciare il naso ogni due anni. Le scommesse meritano tutta la nostra vigile attenzione, altro che biscotti.
Il Foglio sportivo - in corpore sano