Come un uomo
Nel gioco francese di amanti e regine, di odi sottili e feroci strette di mano, Valérie Trierweiler, fidanzata e seconda chance di François Hollande, è riuscita a spazzare via, forse per sempre, Ségolène Royal. Che voleva essere la presidente di Francia ed è diventata l’emblema di ogni sconfitta: dopo queste ultime rovinose elezioni è fuori dal Parlamento, oltre che fuori dalla famiglia presidenziale e quasi cancellata, sempre per mano di Valérie, dalla storia del Partito socialista.
Nel gioco francese di amanti e regine, di odi sottili e feroci strette di mano, Valérie Trierweiler, fidanzata e seconda chance di François Hollande, è riuscita a spazzare via, forse per sempre, Ségolène Royal. Che voleva essere la presidente di Francia ed è diventata l’emblema di ogni sconfitta: dopo queste ultime rovinose elezioni è fuori dal Parlamento, oltre che fuori dalla famiglia presidenziale e quasi cancellata, sempre per mano di Valérie, dalla storia del Partito socialista. Perfino accusata, ora che Libération titola: “L’impossibile resurrezione di un’ingombrante icona”, di aver preteso l’Assemblea nazionale come un tributo dovuto al suo essere una star delle lacrime, una martire, una donna tradita e la madre dei figli del presidente. Ségolène, sempre con gli occhi lucidi, sempre pronta a denunciare complotti, tradimenti e maschilismi (in elezioni in cui le donne hanno stravinto) porta via con sé anche l’ondata degli antipatici, da Marine Le Pen a François Bayrou, troppo lirico-agricolo, e basta anche alle pettinature cotonate di Jack Lang. In questo grande successo selettivo dei socialisti si fa largo il perfido successo di un nuovo tipo di first lady: né finto dimessa, né finto timida, né ex modella e nuova devota, né politicamente correttissima con orto e mondo migliore in tasca. Valérie non nasconde di essere in guerra, di combattere per sé e di non volere fare prigionieri: Carla Bruni non è mai riuscita a cancellare Rachida Dati dal mondo emerso, Valérie sta provando a mandare Ségolène in pensione.
Già nel 2007 Ségolène dichiarò che fu un calvario: la sconfitta contro Nicolas Sarkozy, la fine ufficiale del suo matrimonio, Hollande che se ne andò per vivere alla luce del sole la storia con “la donna della mia vita”, l’ambiziosa Valérie, che traveste le sue scorrettezze da gaffes giornalistiche su Twitter e si vendica ogni giorno di più delle umiliazioni che le avrà inflitto madame Royal, quando poteva ancora trattarla come l’amante, come la donna nell’ombra, quando mentiva in campagna elettorale dicendo che sì, dopo tanti anni le sarebbe piaciuto andare oltre i Pacs con Hollande, e sposarsi su una spiaggia con le collane di fiori. Per tigna, per convenienza, per non regalare il marito a una giornalista attratta dal potere come le falene dalla luce. La vita amorosa in Francia è talmente intrecciata con la politica che Ségolène Royal è stata battuta da Olivier Falorni, il dissidente socialista che sostenne l’amore clandestino fra Hollande e Valérie Trierweiler, e quindi quando Royal si infuria, parla di tradimento e lancia la sua ultima maledizione (“viene il giorno in cui i traditori risultano odiosi anche a coloro che hanno approfittato di loro”) nuovamente incrocia pubblico, privato, sentimentale e politico, e denuncia la sconfitta delle prime mogli.
La nuova first lady (tecnicamente non lo è, mancano le nozze riparatrici, lei dice di non pensarci affatto, ma è una giornalista francese, non dice mai quello che pensa) tace e si gode la vittoria, le foto in primo piano che già le hanno fatto vincere il confronto con Carla Bruni. Meglio di così non potrebbe andare. E quando scioccamente Ségolène parla di “grandi maschilisti”, forse si riferisce a lei, Valérie, che sa già stare al tavolo degli intrighi meglio di un uomo.
Il Foglio sportivo - in corpore sano